
Dal 2012 al 2018 ammonta a quasi 156 miliardi di euro l’importo versato complessivamente da famiglie e imprese per IMU e TASI. Secondo l’Ufficio studi della CGIA, se da un lato con l’abolizione della TASI sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato 3,5 miliardi di euro all’anno, dall’altro il passaggio da ICI a IMU ha portato a un raddoppio del prelievo fiscale.
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Il 2019 sarà un anno difficile: l’Italia può farcela se applicherà la ricetta “meno spesa pubblica e meno tasse”, secondo il segretario della CGIA, Renato Mason. Per ammortizzare la frenata del PIL, ora, bisogna evitare l’aumento dell’IVA.
Cittadini e imprese non possono più pagare il conto dell’incapacità della politica di affrontare con decisione una volta per tutte il tema della razionalizzazione delle uscite totali.
Seguono Liguria (gettito pro capite 583 euro), Trentino-Alto Adige (499 euro) ed Emilia-Romagna (436 euro).
Qui di seguito una tabella riassuntiva con il gettito IMU-TASI pro-capite delle singole Regioni relativo al 2018:
- Valle d’Aosta – 712 euro;
- Liguria – 583 euro;
- Trentino-Alto Adige – 499 euro;
- Emilia-Romagna – 436 euro;
- Lazio – 431 euro;
- Toscana – 409 euro;
- Lombardia – 398 euro;
- Piemonte – 381 euro;
- Veneto – 356 euro;
- Abruzzo – 327 euro;
- Umbria – 323 euro;
- Friuli-Venezia Giulia – 306 euro;
- Marche – 300 euro;
- Molise – 283 euro;
- Puglia – 269 euro;
- Sardegna – 264 euro;
- Campania – 228 euro;
- Sicilia – 220 euro;
- Basilicata – 201 euro;
- Calabria – 195 euro.