Produzione, Ricerca e Sviluppo all’estero con l’ICT

di Mario Massarotti

Pubblicato 12 Giugno 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

In un’azienda, il presupposto della produzione è la trasformazione di idee in beni, e ciò è concretamente possibile attraverso l’impiego delle tecnologie dell’informazione che guidano il processo industriale, lo variano o lo correggono.
Un esempio pratico è relativo all’industria tessile: le attività  di progettazione informatica prevedono per esempio che una macchina “obbedisca” ad un preciso disegno virtuale per il taglio in serie di tessuti.

Anche nel campo dell’internazionalizzazione la trasformazione tecnica di programmi e software in beni, soprattutto quando essi sono di tipo tangibile, deve avvenire in un luogo e in un tempo reale e determinato. Pertanto, la forma d’investimento più opportuna è quella che prevede di delocalizzare l’impianto che effettua la produzione o, al limite, quella che suggerisce di cedere contrattualmente a terzi il diritto a replicare la lavorazione del bene (con contratti di franchising, licensing ecc.).

E’ un dato di fatto che l’ICT possa gestire e condizionare l’attività  produttiva ovunque, e non necessariamente nello stesso luogo e tempo. Per cui, se l’internazionalizzazione della produzione è affrontata con riferimento ai flussi informativi e interpretata come l’estensione internazionale di tali flussi, diviene fortemente condizionabile dallo sviluppo delle ICT, tecnologie che hanno come funzione proprio il trattamento e il trasferimento dell’informazione.

Nulla vieta, infatti, che le attività  ad alta intensità  informativa vengano realizzate, in tutto o in parte, in un luogo diverso rispetto a quello dove è svolta la produzione concreta. Le dinamiche e i problemi relativi all’internazionalizzazione di questa parte della produzione sono inoltre assimilabili, almeno per quanto riguarda gli aspetti che stiamo esaminando, a quelli relativi all’attività  di Ricerca & Sviluppo, intesa come il processo di scoperta scientifica che ha il potenziale di funzionare come piattaforma per il successivo sviluppo di prodotti commerciabili e di processi di produzione industriale.

In entrambi i casi, infatti, l’obiettivo che l’impresa cerca di raggiungere – tramite l’applicazione delle ICT – è rappresentato dal miglioramento, in termini di qualità  e di quantità , dei flussi informativi tra diverse unità , geograficamente disperse ed impegnate nel processo di creazione, condivisione ed applicazione dell’informazione che preclude alla trasformazione fisico-tecnica, tramite la quale il prodotto viene concretamente realizzato.

Gli strumenti a disposizione dell’azienda per superare tali criticità  si basano sull’elevato grado di connettività  che le ICT permettono di implementare a livello di comunicazioni tra le diverse unità  aziendali (o tra queste e i partner delocalizzati), sulla capacità  di digitalizzare informazioni complesse e multimediali e sulla corrispondenza maggiore possibile tra l’ampiezza dell’audience – ossia delle persone che scambiano informazioni – e la ricchezza informativa che è composta di sei diversi aspetti fondamentali:

1. la capacità  di comunicazione, intesa come la quantità  di informazione che si può trasferire in un dato momento;
2. il grado di personalizzazione delle informazioni;
3. l’interattività ;
4. l’affidabilità ;
5. la sicurezza;
6. la tempestività .

Tanto nel caso della componente “immateriale” e informativa della produzione quanto in quello della Ricerca & Sviluppo, l’applicazione ICT può portare a significativi miglioramenti:

– la realizzazione di efficaci meccanismi di trasferimento della conoscenza codificata tra unità  geograficamente distanti;
– la creazione di forme di compresenza, seppur a distanza, tra gli individui coinvolti, per favorire la circolazione di quella parte di conoscenza che non è codificabile e traducibile in documenti;
– il monitoraggio qualitativo e quantitativo dell’attività  decentrata, onde massimizzarne la produttività ;
– lo sviluppo di processi di apprendimento collettivo, in cui le diverse unità  contribuiscano al complessivo accrescimento del patrimonio conoscitivo dell’organizzazione;
– il trasferimento del risultato della “produzione” o della ricerca all’intera organizzazione.