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Mutui a tasso fisso o variabile? Come orientarsi nella scelta 2023

di Redazione PMI.it

L'aumento di marzo dei tassi di interesse reste il mutuo variabile ancora più caro, mentre il tasso fisso resta più competitivo pur se in crescita: le stime.

Prosegue la spinta al rialzo dei tassi di interesse, che stando alle anticipazioni BCE sono in procinto di subire un nuovo intervento espansivo di 50 punti base. A fare le spese di queste politiche monetarie volte a contrastare l’inflazione sono inevitabilmente anche i mutui.

Il rialzo dei tassi atteso per metà marzo sta già avendo un impatto sui mutui a tasso variabile legati all’indice Euribor, con la conseguenza di un ennesimo aumento della rata mensile.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Telemutuo, l’Euribor potrebbe arrivare al 3% entro l’estate 2023, sebbene il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni sia ancora inferiore rispetto ai dati storici: a gennaio 2023 è stato del 3,53% (a dicembre 2022 era 3,01% e a dicembre 2021 1,74%) rispetto al dato di fine 2007 quando era del 5,72%.

Come individuare il tasso più conveniente? Il mutuo a tasso fisso rappresenta la scelta migliore per chi deve accendere un finanziamento ipotecario, generando un risparmio di almeno il 7% rispetto al variabile:

negli ultimi 10 anni i tassi fissi si sono mantenuti sempre al di sopra rispetto alla svalutazione del denaro, e solo negli ultimi mesi si è verificata questa situazione inusuale in cui sono nettamente inferiori rispetto al livello di inflazione.

La  propensione degli italiani ad investire nel mattone potrebbe tra l’altro favorire nei prossimi mesi una nuova fase di concorrenzialità nel mercato dei mutui, generando un abbassamento dei prezzi nel settore immobiliare.