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Legge di Stabilità: Spending Review o aumento accise

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 18 Ottobre 2013
Aggiornato 13 Marzo 2022 14:25

Senza Spending Review c'è il serio rischio di un aumento delle accise su benzina o sigarette: i dettagli della clausola di salvaguardia della Legge di Stabilità.

Nella Legge di Stabilità il Governo inserisce un paracadute nel caso in cui con le tanto attese misure di Spending Review non si riuscissero a trovare le risorse necessarie: senza tagli alla spesa pubblica c’è il concreto rischio di un aumento delle accise per 10 miliardi di euro. Si tratta della doppia clausola di salvaguardia che inizierebbe a produrre frutti dal 2015 e che potrebbe riguardare da una parte le accise su benzina o sigarette e dall’altra la diminuzione entro il 31 gennaio 2014 delle detrazioni IRPEF del 19% (misura del valore di 500 milioni). In ballo ci sono 3 miliardi di euro per il 2015, 7 miliardi per il 2016 e 10 miliardi per il 2018, per un totale di 20 miliardi di euro. Tuttavia la tax expenditure potrà essere ridotta in relazione ai maggiori risparmi di spesa ottenuti con gli interventi di controllo e riduzione della spesa pubblica, rispetto a quanto considerato nei tendenziali di finanza pubblica 2015-2017. È quanto stabilisce l’attuale testo della Legge di Stabilità che prevede inoltre che le le misure di revisione della spesa pubblica dovranno essere adottate entro il 15 ottobre 2014. Il Governo motiva l’esistenza della clausola di salvaguardia dichiarando che in questa fase non è possibile contabilizzare tutti i risparmi attesi dalla Spending Review: «la tentazione sarebbe stata di quantificare gli obiettivi già nella Legge di Stabilità. Ce ne siamo astenuti, però abbiamo messo come clausola di salvaguardia il fatto che potranno essere realizzati degli obiettivi di risparmio della spesa, penso soprattutto alla migliore definizione dei costi e dei fabbisogni, riduzione degli sprechi, abbandonando la tecnica dei tagli che in una certa misura abbiamo dovuto utilizzare in questa manovra per tenere conto della necessità di far quadrare i conti», spiega il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.