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Niente tassa sui ricchi per la pensione degli esodati

di Barbara Weisz

Pubblicato 26 Ottobre 2012
Aggiornato 30 Ottobre 2012 09:09

Marcia indietro sul prelievo del 3% sui redditi sopra i 150mila euro: la tassa sui ricchi non piace a Confindustria e Pdl, che affossano l'emendamento in Parlamento, e per salvare gli esodati l'attenzione si sposta sulla proposta Cazzola.

Brutte notizie per gli esodati senza stipendio né pensione nel 2013 e 2014: il no di Confindustria alla tassa sui ricchi introdotta dall’emendamento alla Legge di Stabilità sta affossando la misura votato all’unanimità in Commissione Lavoro alla Camera:

=>Leggi le ragioni del no di Confindustria

Il prelievo del 3% ipotizzato – applicato su una percentuale esigua di Italiani (lo 0,36%, con redditi oltre i 150mila euro) – avrebbe potuto ampliare la platea dei lavoratori penalizzati da una riforma retroattiva, la legge Fornero sulle pensioni.


Scarica il testo dell’emendamento Esodati

I contrari

In commissione Bilancio il governo confermerà il proprio parere contrario.
E cambierà posizione anche il Pdl viste le dichiarazioni deal capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «non condividiamo il ricorso a forme di finanza straordinaria per una copertura delle risorse necessarie sul tema».  Rinforza il concetto il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo: «Smentisco che per aiutare gli esodati pensiamo di aumentare ulteriormente i tabacchi o infliggere un’ulteriore tassa sui redditi oltre i 150mila euro».

Ambigua la posizione del Pd: «possono esserci anche altre soluzioni» ha dichiarato il segretario Pierluigi Bersani.

L’emendamento

La tanto contestata misura contenuta nell’emendamento salva esodati prevede:

  • contributo di solidarietà del 3% (deducibile) sui redditi da lavoro oltre i 150mila euro l’anno (per la parte eccedente l’importo) per il 2013 e 2014, esclusi i pensionati su cui grava il contributo della manovra finanziaria 2011 per i redditi oltre 90mila euro.
  • clausola di salvaguardia per colmare l’eventuale gap di risorse necessarie con un aumento delle accise sui tabacchi.

La tassa su ricchi e fumatori

In quanto deducibile, l‘aggravio reale della tassa sarebbe stato dell’1,71% ma i dubbi sulla efficacia finanziaria della misura hanno contribuito ad affossarla: a dichiarare più di 150mila euro l’anno è lo 0,36% dei contribuenti (150mila persone) per un gettito pari a 292 milioni di euro, neanche un decimo dei 3 miliardi necessari a tutelare gli esodati fino al 2014.

I 2,7 miliardi mancanti dovrebbero arrivare dall’aumento delle sigarette (diventando una tassa sui consumi e non sul reddito): secondo la federazione Italiana Tabaccai, 80 centesimi in più per pacchetto.

Di fatto, la tassa colpirebbe i redditi superiori ai 170mila euro, per i quali il contributo vale circa 332 euro e circa 900 per chi dichiara oltre 200mila euro, mentre un ipotetico contribuente sopra i 500mila euro pagherebbe oltre 5500 euro di imposta in più.

In Commissione Bilancio, in soldoni, è probabile che l’emendamento salva esodati alla legge di stabilità verrà bocciato, sulla scia di quanto già accaduto con la proposta unificata (Damiano-Dozzo-Paladini)

=> CONFRONTA l’emendamento esodati con la proposta Damiano

La proposta Cazzola

Tutte le speranze sono ora riposte nell’altro emendamento sul quale si sta spostando l’attenzione generale, presentato da Giuliano Cazzola (Pdl), unico ad aver votato contro la tassa sui ricchi in Commissione, e che forse verrà riproposto in commissione Bilancio: la proposta non comporta alcuna tassa aggiuntiva, ma prevede di utilizzare per gli esodati nuovi risparmi di spesa da attività di Spending Review ancora da individuare.

L’unica certezza sono i tempi: entro ottobre bisogna presentare gli emendamenti, poi si vota in commissione e il 12 novembre il Ddl di Stabilità 2013 (=> vai alle news sulla Legge di Stabilità) arriverà in Aula alla Camera.

E per gli esodati, resta solo da sperare o protestare:  =>Vai allo Speciale Esodati