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Bollette: le PMI sono escluse dai benefici

di Anna Fabi

14 Marzo 2025 12:11

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Il Decreto Bollette lascia fuori le imprese con potenza inferiore ai 16,5 kW gravando di costi aggiuntivi il settore Terziario: le richieste delle PMI.

Con il Decreto Bollette, il Governo ha concesso per un semestre l’azzeramento degli oneri di sistema alle imprese energivore – che maggiormente affrontano il rincaro dei costi dell’elettricità – ma ha escluso dalle agevolazioni le PMI con potenza impegnata inferiore ai 16,5 kW.

Una scelta che suscita preoccupazioni per le ricadute nel Terziario, dove si stimano oltre 2,8 miliardi di euro di aggravio per le MPMI, cuore vivo del tessuto economico del Paese.

Sconti in bolletta solo per alcune imprese

Il Decreto Bollette si è concentrato sulle imprese che hanno subito aumenti significativi delle spese energetiche a causa dell’andamento dei prezzi del gas e dell’elettricità. Tuttavia, sono escluse dalle misure le imprese con contratti di fornitura di energia elettrica che prevedono una potenza impegnata inferiore a 16,5 kW.

Questa vastissima comprende principalmente le piccole e medie imprese (PMI) che operano nel Terziario, come negozi, ristoranti, piccole attività commerciali e liberi professionisti.

Queste attività sono considerate come soggetti a minori consumi energetici rispetto ad altre realtà industriali, quindi teoricamente meno vulnerabili agli aumenti dei costi. Tuttavia, è anche ben diversa la solidità delle piccole imprese in confronto alle grandi aziende.

Le modifiche richieste

Il decreto Bollette potrebbe subire dei correttivi nel corso del suo iter parlamentare, che ha preso il via alla Camera. Al momento sono in corso le audizioni al testo in Commissione affari produttivi, prima dell’approdo in Aula il 7 aprile.

Durante l’audizione del 13 marzo hanno espresso i propri dubbi sui limiti della norma sia Confesercenti sia Confcommercio, che in particolare ha richiesto al Governo «interventi più inclusivi e riforme strutturali, a cominciare dallarevisione complessiva di tutte le componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle bollette energetiche».

Gli extra costi per le PMI

La scelta del Governo ha dunque sollevato aspre critiche da parte delle associazioni di categoria e delle organizzazioni imprenditoriali, che ritengono che molte piccole imprese subiscano comunque l’impatto di prezzi elevati per l’energia e che l’esclusione possa comportare una distorsione tra i diversi tipi di impresa.

Secondo le stime Confesercenti, circa 2,8 miliardi di euro di costi aggiuntivi potrebbero ricadere sul settore, mettendo a rischio i conti di molte imprese che, pur non rientrando nei limiti di potenza previsti dal decreto, stanno ricevendo bollette da capogiro.

Le associazioni di categoria chiedono che venga introdotto un supporto anche per le imprese con potenza inferiore a 16,5 kW, ampliando così la platea di beneficiari e aumentando l’efficacia delle misure previste.

In alternativa, alcune PMI stanno valutando la possibilità di aggiornare i contratti energetici e di investire in soluzioni più sostenibili, come impianti fotovoltaici o tecnologie a basso consumo, per ridurre i costi fissi e, eventualmente, rientrare nei requisiti per accedere agli aiuti statali.