Il CNEL (organo di rilevanza costituzionale) ha denunciato nei giorni scorsi la gravità di una misura contenuta nel decreto legge n. 138/2011 (manovra bis) e volta a ridurre i costi della politica: l’art. 17 prevede il taglio dei rappresentanti delle categorie produttive (che secondo la Costituzione dovrebbero essere gli unici a sedere nel consiglio CNEL) e il dimezzamento di quelli delle categorie economiche. Intatti i seggi dei delegati del Governo, che invece aumentano con tanto di ricca indennità.
I rappresentanti dei lavoratori dipendenti subiscono un taglio del 45%, quelli degli autonomi del 66%: la rappresentanza dei liberi professionisti (ordini professionali) viene quasi azzerata.
Non solo: entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, decade la carica degli attuali 99 consiglieri in carica del CNEL, teoricamente sostituiti da 48 nuovi consiglieri. Il CNEL ha denunciato l’incostituzionalità di questa disposizione, oltre che i suoi effetti nefasti.
Il Gruppo consiliare CNEL delle Libere Professioni ha dunque promosso una raccolta di firme per ottenere la convocazione dell’Assemblea.
Al momento, però, è stata ufficialmente smentita che una convocazione straordinaria volta a contrastare l’articolo 17 del DL 138/2011 nei punti che riformano il CNEL sia stata prevista per il primo settembre prossimo. Una nota del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro specifica che l’unica assemblea convocata sia quella di oggi 29 agosto ma «in relazione all’audizione richiesta dalla Commissione Bilancio del Senato per un parere sulla manovra varata dal Governo».