

Su proposta del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, il Consiglio dei ministri ha approvato il DL sul riordino delle Stazioni sperimentali per l’industria, per garantire alle imprese – soprattutto Pmi – più capacità d’innovazione e quindi competitività. Una riforma volta anche ad offrire alle piccole e medie imprese italiane una riduzione dei costi operativi delle strutture.
Il decreto legislativo passerà ora all’esame delle competenti Commissioni parlamentari, della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato.
Le Stazioni sperimentali sono otto: quattro a Milano e le restanti dislocate nelle provincie di Venezia, Parma, Napoli e Reggio Calabria. Svolgono attività di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo, di certificazione di prodotti o processi produttivi, analisi e controlli.
Operano nei settori industriali carta, cartoni e paste per carta, oli e grassi, combustibili, conserve alimentari, essenze e i derivati dagli agrumi, vetro; seta e fibre artificiali e sintetiche, oltre a pelli e materie concianti.
Oltre ai vantaggi già elencati, la riqualificazione delle Stazioni sperimentali per l’industria come organismo di ricerca agevolerà le industrie nella partecipazione a bandi nazionali e internazionali per le attività di ricerca e sviluppo precompetitivo.