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Riforma Lavoro: DL Sviluppo, salvi call center outbound a progetto

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 27 Luglio 2012
Aggiornato 22 Ottobre 2014 13:52

I call center outbound vengono esonerati dalla riforma del lavoro e potranno ricorrere ai contratti a progetto: l'emendamento al Dl Sviluppo che prevede anche disincentivi per chi delocalizza all'estero.

Tra le misure del nuovo testo del Decreto Sviluppo, trova posto una importante novità per le attività svolte dai call center, che interviene in deroga alla riforma del lavoro Fornero: viene concesso alle imprese che impiegano operatori telefonici in modalità outbound di ricorrere ai contratti di lavoro a progetto sulla base del corrispettivo definito dalla contrattazione collettiva nazionale di riferimento.

Dunque, i call center si salvano dal giro di vite sui contratti flessibili praticato dalla riforma del lavoro. L’obiettivo del ripensamento è di evitare di penalizzare l’occupazione.

Ricordiamo che per attività in modalità outbound si intendono quelle attività di vendita diretta di beni e servizi in cui l’operatore contatta in maniera diretta un cliente attuale o potenziale per finalità legate a scopi di marketing strategico e operativo.

Sempre con riferimento alle disposizioni per le attività svolte dai call center, ricordiamo che l’emendamento al DL Sviluppoo meglio, la modifica al testo originale – introduce anche un disincentivo alla delocalizzazione, inibendo gli sgravi contributivi per le assunzioni ai call center che delocalizzano nei paesi esteri, così come tutte le aziende che svolgano qualunque altra attività.

I call center con almeno 20 dipendenti che spostano l’attività fuori del territorio nazionale hanno l’obbligo di comunicare tale spostamento al Ministero del lavoro. Infine l’operatore è chiamato a comunicare sempre se la chiamata è effettuata dall’Italia o dall’estero.