Secondo il rapporto ISTAT “Forze di lavoro II trimestre 2009“, l’Italia ha toccato il fondo: a giugno 2009 la disoccupazione è salita al 7,4% e i posti di lavoro perduti sono stati 241mila.
La crisi ancora in atto fa strage di addetti: nonostante le timide dichiarazioni di fiducia, nel nostro Paese non si assume o addirittura si è costretti a licenziare o peggio, si fallisce.
Le difficoltà maggiori si sono registrate fra le piccole e medie imprese, e soprattutto tra le Pmi autonome che, per mancanza di liquidità o per un atteggiamento prudenziale tendono a tagliare le risorse umane.
Rispetto al 2008, l’occupazione è scesa dell’1,6%: sono stati bruciati, cioè, 378mila posti. Dal 1994 non si era mai registrato un dato così negativo.
Il trend è negativo, dunque, con un calo destagionalizzato dello 0,3% rispetto al primo trimestre 2009: il che vuol, dire 58mila posti di lavoro andati in fumo.
A peggiorare la situazione di stallo del mercato del lavoro italiano è, secondo l’ISTAT, il significativo incremento degli inattivi: un balzo del 5%, pari a +434mila unità, registrato soprattutto nelle regioni meridionali.