Imprebanca supporterà l’imprenditoria romana?

di Chiara Bolognini

28 Maggio 2008 09:00

Il nuovo istituto, in attesa dell'autorizzazione della Banca d'Italia, sarà articolato in sportelli “leggeri" e offrirà maggiori opportunità e garanzie agli imprenditori

&Egrave iniziato il conto alla rovescia in attesa che la Banca d’Italia formalizzi la nascita di Imprebanca, l’istituto di credito rivolto alle piccole e medie imprese laziali, che annovera tra i soci fondatori Confcommercio, Banca Finnat Euroamerica, Ina Assitalia e una trentina di imprenditori romani.

Imprebanca – annunciato nelle scorse settimane – secondo le assicurazioni di Cesare Pambianchi, presidente Confcommercio Roma e Lazio, rivolgerà la sua attenzione soprattutto al mondo imprenditoriale capitolino, con un occhio di riguardo alle necessità finanziarie di quella piccola e media impresa il cui impedimento alla crescita sta proprio nella difficoltà di accedere al credito.

Nel dettaglio, il progetto presenterà pacchetti di offerte destinati a chi opera nei settori commercio, edilizia, servizi e turismo.

La vera novità? Il supporto non focalizzerà solo sui manager delle Pmi, ma anche sui singoli dipendenti.

Il nuovo istituto, comunque, non sarà in grado di erogare i propri servizi prima di di fine anno. Un’attesa lunga per le micro-imprese e le start-up che aspettavano una risorsa in più.

Per ora, imprenditori e semplici dipendenti (i servizi di finanza agelovata dovrebbero anche aiutare le famiglie) attendono con interesse – pur senza dettagli concreti – la politica di semplificazione delle pratiche promessa, volta a offrire nuove garanzie in fase di start-up ma anche nel quotidiano svolgersi delle attività di business.

Quel che si sa è che la struttura organizzativa di Imprebanca dovrebbe tradursi in una serie di punti di supporto – i presidi di Confcommercio Roma e Lazio sul territorio – che saranno articolati in sportelli “leggeri”.

Quanto al capitale sociale, fino ad oggi sono stati sottoscritti e versati circa 7,5 milioni di euro, che dovrebbero arrivare a 50 milioni mediante opzioni agli azionisti una volta avviatesi le attività. L’impresa romana, per ora, rimane in fiduciosa attesa.