Sebbene sia in calo la percentuale delle società ancora poco sensibili al tema della formazione aziendale per il personale (soltanto l’11%), i volumi di investimento sono ancora al di sotto del 5% del fatturato.
Lo rivelano i dati del rapporto realizzato dalla società di recruiting Adecco e dall’Istituto Iard
Formazione e investimento in capitale umano, condotto su un campione rappresentativo di medie imprese italiane.
Lo studio, presentato ieri a Milano ed il prossimo 4 marzo a Roma, analizza il ruolo della formazione iniziale e permanente in azienda, sia dal punto di vista degli imprenditori che dei lavoratori.
Da quanto emerso, soltanto il 26,3% delle medie imprese ha avviato percorsi formativi nel 2007 e, di queste, oltre il 70% si è limitato a riservarvi un budget assai esiguo, inferiore al 5% del fatturato complessivo.
Le aziende lamentano, in realtà, molti deterrenti in relazione ai propri investimenti sul capitale umano e sulla formazione del personale: il 53,5% ritiene infatti che sussistano eccessivi vincoli per l’attuazione di
corsi di formazione e aggiornamento. Tra essi spiccano gli alti costi, la qualità dell’offerta non sempre adeguata alle necessità dell’azienda e la stessa disponibilità da parte dei dipendenti.
Eppure, il 63,7% dei lavoratori d’azienda intervistati ha dichiarato di aver partecipato a percorsi formativi per quanto, tuttavia, ben il 26% di essi non reputa tale startegia una efficace direttice di crescita per l’impresa stessa.
Un dato interessante: a rimanere esclusa dalla fetta più consistente dei percorsi di formazione e aggiornamento sono proprio i dirigenti (52,1%). Giudicati superflui? Forse solo un paradosso del sistema imprenditoriale italiano.