I pro e i contro del lavoro in remoto

di Marianna Di Iorio

24 Settembre 2007 12:55

Il lavoro in remoto rappresenta uno stimolo per i dipendenti, ma potrebbe avere conseguenze negative sulla produttività e sulla sicurezza. Lo rivela uno studio di SonicWALL

Offrire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare in remoto rappresenta un nuovo stimolo per i lavoratori stessi. La motivazione dei dipendenti, il costo dello spazio in ufficio, l’aumento dei prezzi della benzina e il traffico o le condizioni atmosferiche sono elementi che spingono i manager ad adottare una politica su questo tipo di lavoro.

I dati annunciati oggi da SonicWALL fanno riferimento ad un’indagine condotta per loro conto da InsightExpress. In particolare, lo studio ha analizzato un campione di oltre 1100 responsabili aziendali di imprese di Stati Uniti e Australia. Più di un terzo degli intervistati ha dichiarato di avere alle sue dipendenze persone che lavorano per circa il 20% del loro tempo fuori dall’ufficio. Il 50% ha affermato, inoltre, che all’interno della propria azienda sono state implementate policy per il lavoro in remoto.

«I risultati di questo sondaggio – ha affermato Steve Franzese, vicepresidente del marketing presso SonicWALL – confermano che la maggior parte dei responsabili IT hanno necessità di ridefinire la pianificazione attuale per offrire connessioni sicure alle risorse di reti aziendali ai lavoratori remoti. Nel sondaggio condotto nel 2006 sui lavoratori remoti, abbiamo notato che la sicurezza si trovava ad un livello molto basso nel loro elenco di priorità. È diventato quindi imprescindibile per i responsabili IT avvalersi di una tecnologia per l’accesso remoto sicuro pratica e flessibile che implementi severi sistemi di sicurezza semplici da gestire e facile da utilizzare per i dipendenti che lavorano in remoto».

Per quanto riguarda la sede di lavoro, il 22% dei manager IT ritiene importante che il dipendente lavori da casa, mentre il 16% considera buono il lavoro da centri servizi di alberghi. Bar, aeroporti, biblioteche pubbliche, hotspot wireless, spiaggia, piscine e stadio sono luoghi che hanno ricevuto la preferenza di pochi.

Uno dei problemi che potrebbe limitare la diffusione del lavoro in remoto è legato alla sicurezza aziendale. Infatti, dall’indagine è emerso che le reti aziendali non sono pronte a supportare un accesso remoto sicuro. In particolare, solo il 23% ha un software antivirus installato sul PC personale, mentre soltanto il 16% ha una connessione SSL-VPN.

Gli intervistati, infine, dimostrano perplessità anche in merito alle possibili conseguenze che questo tipo di lavoro potrebbe avere sulla produttività e sul teambuilding.