AI in azienda: un lavoratore su dieci ha già perso il posto

di Teresa Barone

30 Aprile 2025 11:29

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Più del 10% dei lavoratori ha già visto l’Intelligenza Artificiale sostituirsi alle mansioni umane, soprattutto laddove vi è carenza di competenze.

L’Intelligenza Artificiale rappresenta una risorsa in grado di aprire numerose opportunità professionali, tuttavia non mancano gli effetti negativi sul lavoro e sull’occupazione. Secondo un sondaggio della Femca Cisl Lombardia, infatti, il 10,6% dei lavoratori della Regione (dove l’innovazione è trainante) ha già visto l’IA sostituirsi alle mansioni umane, percentuale che nelle grandi aziende sale fino al 13,3%.

Il timore maggiore riguarda non solo i tagli al personale ma anche la cancellazione del rapporto umano in ambito lavorativo, con la progressiva omologazione e perdita di confronto.

L’indagine, che ha coinvolto le aziende lombarde, mette in evidenza come circa il 28,8% delle imprese locali faccia attualmente uso dell’Intelligenza Artificiale. L’approccio, nonostante la consapevolezza dei rischi, è in generale positivo – commenta Roberto Scarlatella, segretario generale Femca Cisl Lombardia.

Il cambiamento non va ostacolato ma piuttosto governato, attraverso la partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali e un forte coinvolgimento dei sindacati, anche sul fronte della formazione e della riqualificazione del personale. Di fronte a un cambiamento che è epocale va salvaguardata l’etica, noi siamo pronti alla sfida e a cogliere le opportunità.

Dal punto di vista delle competenze, un buon 27,8% degli intervistati ammette di temere che le proprie conoscenze siano attualmente obsolete soprattutto in tema di transizione ecologica, altro fattore che incrementa le preoccupazioni relative a una futura perdita di posti di lavoro.