


La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto diverse novità in ambito previdenziale, con proroghe di misure esistenti, incentivi per chi sceglie di rimanere al lavoro e aumenti per le pensioni minime e non solo. Inoltre, entrano in vigore quest’anno una serie di novità pensionistiche previste dalla Manovra 2024 in alcuni settori. Sullo sfondo, infine, ci sono le proposte di riforma avanzate dagli esperti di settore, in linea con le posizioni di Governo.
Ecco nel dettaglio tutte le misure confermate e le nuove regole per il pensionamento nel 2025.
- Riforma Pensioni: primi assaggi in Manovra
- Pensione di vecchiaia 2025: conferme e novità
- Pensione anticipata ordinaria 2025
- Quota 103: proroga e nuove finestre di uscita
- Opzione Donna: proroga e requisiti aggiornati
- APE Sociale 2025: proroga per i lavoratori fragili
- Pensione Quota 41: novità per il 2025
- Aumento pensioni
- Bonus Maroni: incentivo per restare al lavoro
- Dipendenti pubblici: permanenza fino a 67 o 70 anni
- Pensione anticipata con penalizzazioni nella PA
- Scatti età pensionabile e aspettative di vita
Riforma Pensioni: primi assaggi in Manovra
La riforma pensionistica attesa nel 2025 si concentra per il momento su quanto previsto in Manovra, ossia su proroghe delle misure già esistenti, senza introduzione di una vera e propria riforma strutturale. Restano attivi strumenti di pensionamento anticipato come Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale, mentre aumentano leggermente le pensioni minime.
Chi ha maturato i requisiti pensionistici dovrà valutare attentamente le penalizzazioni sugli importi e le alternative offerte dal sistema contributivo, considerando anche la possibilità di aderire a fondi pensione integrativi per ottenere condizioni più favorevoli.
Nel 2024, lo ricordiamo, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) ha istituito un gruppo di lavoro denominato “Riforma e prospettive del sistema previdenziale” incaricato di elaborare proposte per una riforma organica del sistema pensionistico italiano, tra cui è emersa la possibilità di introdurre una maggiore flessibilità nell’età pensionabile, consentendo l’uscita dal mondo del lavoro tra i 64 e i 72 anni, con un requisito contributivo minimo innalzato da 20 a 25 anni, eventualmente con una penalizzazione dell’assegno pensionistico del 3% per ogni anno di anticipo rispetto all’età standard.
Tuttavia, al momento non esiste un documento ufficiale del CNEL contenente una proposta definitiva di riforma delle pensioni. Le discussioni sono ancora in corso e le proposte dovranno essere valutate dalle autorità politiche competenti prima di eventuali implementazioni.
Pensione di vecchiaia 2025: conferme e novità
Nel 2025, i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia in Italia rimangono sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti. Per i lavoratori con contribuzione antecedente al 1° gennaio 1996, è necessario aver compiuto 67 anni di età e maturato almeno 20 anni di contributi. Questi requisiti resteranno validi fino al 31 dicembre 2026.
Per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996, oltre ai requisiti anagrafici e contributivi sopra menzionati, è richiesto che l’importo minimo della pensione sia almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale (in alternativa, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia al compimento di 71 anni di età con almeno 5 anni di contribuzione effettiva, indipendentemente dall’importo dell’assegno pensionistico).
La novità introdotta in Manovra riguarda la possibilità di utilizzare rendite da previdenza complementare per raggiungere tale importo soglia. I lavoratori con almeno 25 anni di contributi (che diventeranno 30 nel 2026, per un importo soglia elevato a 3,2 volte) e iscritti a fondi pensione privati potranno andare in pensione a 64 anni, se l’importo dell’assegno supera 1,5 volte la pensione minima INPS.
Pensione anticipata ordinaria 2025
Restano in vigore i requisiti della pensione anticipata ordinaria:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini,
- 41 anni e 10 mesi per le donne.
Novità per le lavoratrici con quattro o più figli, che potranno anticipare la pensione di 16 mesi rispetto ai requisiti standard (prima il massimo sconto era di 12 mesi).
Quota 103: proroga e nuove finestre di uscita
Quota 103 viene prorogata per il 2025, consentendo di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, l’assegno pensionistico resta limitato a 2.400 euro lordi al mese fino ai 67 anni e non è cumulabile con altri redditi da lavoro.
I calcolo della pensione avviene interamente con il sistema contributivo, il che potrebbe comportare una riduzione dell’importo rispetto al sistema retributivo o misto. Inoltre, l’importo mensile lordo della pensione non può superare quattro volte il trattamento minimo INPS (circa 2.394,44 euro nel 2024) fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni.
Finestre mobili e decorrenza
La decorrenza della pensione è soggetta a una finestra mobile, che varia in base al settore di appartenenza:
- Settore privato 7 mesi dalla maturazione dei requisiti,
- Settore pubblico 9 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Per il personale scolastico, è stata prevista una finestra specifica con possibilità di presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2025, con decorrenza della pensione dal 1° settembre 2025.
Incentivo al posticipo del pensionamento
Una delle principali novità introdotte riguarda l’incentivo per i lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti per Quota 103, scelgono di rimanere in servizio. Questi lavoratori possono optare per la corresponsione in busta paga della quota di contribuzione previdenziale a loro carico (pari al 9,19% della retribuzione), esentasse e non soggetta a ulteriori contributi previdenziali. Questo incentivo mira a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori che decidono di posticipare il pensionamento.
Incumulabilità con redditi da lavoro
Si conferma che la pensione ottenuta con Quota 103 non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro annui. Questa misura è volta a evitare che i beneficiari della pensione anticipata continuino a percepire redditi da attività lavorativa, garantendo al contempo una certa flessibilità per lavori occasionali.
Opzione Donna: proroga e requisiti aggiornati
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato la proroga del regime di pensionamento anticipato denominato Opzione Donna, mantenendo sostanzialmente invariati i requisiti introdotti nelle precedenti manovre finanziarie.
Requisiti per l’accesso
Anzianità contributiva: almeno 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2024.
Età anagrafica: fissata a 61 anni per tutte le lavoratrici, con possibilità di riduzione in base al numero di figli:
-
- 60 anni con un figlio.
- 59 anni con due o più figli.
Categorie beneficiarie: l’accesso è riservato a specifiche categorie di lavoratrici che si trovano in particolari condizioni di svantaggio.
Caregiver
- Lavoratrici che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità grave.
- In assenza di parenti di primo grado, l’assistenza può riguardare un parente o affine di secondo grado convivente, purché il coniuge o i genitori della persona con disabilità abbiano compiuto 70 anni o siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti.
Invalidità civile
- Lavoratrici con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%.
Lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi
- Coloro che hanno subito un licenziamento documentato o sono dipendenti di aziende con tavoli di crisi aperti presso il Ministero del Lavoro.
- Per queste categorie, l’accesso è consentito a 59 anni di età con 35 anni di contribuzione, indipendentemente dal numero di figli.
Modalità di calcolo pensione
Le lavoratrici che optano per questo regime accettano che la loro pensione venga calcolata interamente con il metodo contributivo, il che potrebbe comportare una riduzione dell’importo rispetto al sistema misto o retributivo.
Decorrenza pensione
Dopo aver maturato i requisiti richiesti, l’erogazione della pensione è soggetta a una finestra mobile, ovvero un periodo di attesa, che varia in base alla tipologia di lavoro:
- dipendenti 12 mesi di attesa,
- autonome 18 mesi di attesa.
Ad esempio, una lavoratrice dipendente che ha maturato i requisiti a dicembre 2024 inizierà a percepire la pensione a partire da gennaio 2026.
I requisiti per accedere a Opzione Donna rimangono stringenti e limitati a specifiche categorie di lavoratrici. Questo ha portato a una significativa diminuzione delle adesioni negli ultimi anni. Secondo i dati dell’Osservatorio statistico dell’INPS, i pensionamenti con questo strumento sono passati da 23.812 nel 2022 a 11.594 nel 2023, fino a scendere a 2.749 nel periodo tra gennaio e settembre 2024. Nel 2025 saranno presumibilmente ancora meno.
APE Sociale 2025: proroga per i lavoratori fragili
L’APE Sociale è un’indennità a carico dello Stato, erogata dall’INPS, che consente a specifiche categorie di lavoratori in condizioni di difficoltà di accedere anticipatamente alla pensione. Introdotta nel 2017, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2025, mantenendo sostanzialmente invariati i requisiti di accesso.
Requisiti
- Età: almeno 63 anni e 5 mesi.
- Anzianità contributiva: almeno 30 anni di contributi versati; per i lavori gravosi, il requisito contributivo sale a 36 anni o a 32 anni in alcune categorie particolari.
- Cessazione attività lavorativa: al momento della domanda, il lavoratore non deve essere titolare di alcuna pensione diretta e deve aver cessato ogni attività lavorativa, sia dipendente che autonoma.
Beneficiari
- Disoccupati: lavoratori che hanno perso il lavoro per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, con un minimo di 30 anni di anzianità contributiva.
- Caregiver: lavoratori con un minimo di 30 anni di anzianità contributiva, che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge o un parente convivente di primo grado con disabilità grave (Legge 104, art. 3 comma 3). Sono ammissibili anche i caregiver di parenti o affini di secondo grado se i genitori della persona con disabilità sono deceduti, mancanti o affetti da patologie invalidanti.
- Invalidità: lavoratori con una capacità lavorativa ridotta almeno del 74% e con un minimo di 30 anni di anzianità contributiva.
- Lavoratori addetti a mansioni gravose: dipendenti con almeno 36 anni di contributi che abbiano svolto lavori gravosi per almeno sette anni negli ultimi dieci anni o sei anni negli ultimi sette anni. L’anzianità richiesta è di 32 anni per gli operai edili.
Le donne possono beneficiare di una riduzione del requisito contributivo di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
Importo indennità
L’APE Sociale prevede un’indennità mensile pari all’importo della pensione maturata al momento della domanda, con un tetto massimo di 1.500 euro mensili. L’indennità non è soggetta a rivalutazione annuale e non è reversibile ai superstiti in caso di decesso del beneficiario.
Compatibilità con altri redditi
Dal 2024, l’APE Sociale non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale entro un massimo di 5.000 euro annui lordi. Questa regola non si applica ai soggetti che hanno ottenuto la certificazione per l’accesso al beneficio entro il 31 dicembre 2023, per i quali restano valide le precedenti disposizioni.
Presentazione della domanda
Per ottenere l’APE Sociale, è necessario seguire una procedura in due fasi.
- Verifica dei requisiti: presentare all’INPS una domanda per la verifica del diritto al beneficio.
- Domanda di accesso: una volta ottenuta la certificazione, presentare la domanda di accesso.
Le scadenze per la presentazione delle domande di verifica dei requisiti per il 2025 sono:
- 31 marzo.
- 15 luglio.
- 30 novembre.
Le domande presentate oltre il 30 novembre saranno prese in considerazione solo se residuano le necessarie risorse finanziarie.