
Requisiti per i beneficiari, compatibilità con i buoni benzina, rimborsi delle bollette: l‘Agenzia delle Entrate dettaglia le regole applicative per la detassazione dei fringe benefit fino a 3mila euro per i dipendenti con figli nel 2023.
Come sempre, non si tratta di un diritto di legge per il quale basta fare domanda al datore di lavoro: l’azienda non ha alcun obbligo di concedere benefit ai dipendenti. Se lo fa, tuttavia, per quelli con figli a carico può erogarli esentasse fino alla soglia dei 3mila euro, per il solo 2023 e secondo le regole seguenti.
Tutti i chiarimenti di prassi del fisco sono contenuti nella circolare 23/2023.
Quali Fringe Benefit 2023 per dipendenti con figli?
I fringe benefit sono somme versate dal datore di lavoro al dipendente che non concorrono a formare il reddito (quindi, sostanzialmente, sono esentasse). Il tetto previsto dal TUIR è di norma pari a 258,23 euro. Se questa somma viene superata, l’intero ammontare dei fringe benefit concorre a formare il reddito, con applicazione della tassazione ordinaria.
L‘articolo 40 del decreto Lavoro (dl 48/2023) prevede che, per il solo periodo d’imposta 2023 ed esclusivamente a favore dei dipendenti con figli fiscalmente a carico, salga a 3mila euro il limite di esenzione dei fringe benefit previsto dall’articolo 51, comma 3, del Testo unico delle imposte sui redditi (DPR 917/1986), limitatamente alle famiglie con figli a carico.
Sopra i 3mila euro, a tutti i fringe benefit si applica la tassazione ordinaria.
Quali regole per la detassazione fino a 3mila euro?
La norma sui fringe benefit detassati fino a3mila euro nel 2023 prevede le seguenti regole:
- anche se il Decreto Lavoro è stato approvato in maggio, il tetto dei 3mila euro si riferisce all’intero 2023 (quindi, anche ai fringe benefit riconosciuti nei primi mesi dell’anno);
- sono incluse anche le somme versate dal datore di lavoro per pagare le utenze domestiche (luce, gas, acqua): se la bolletta è del 2023 ma si riferisce a spese del 2022, può essere considerata solo se non è già stata rimborsata o pagata dal datore di lavoro in virtù del decreto Aiuti bis dello scorso anno;
- sono compresi, e quindi concorrono al limite dei 3mila euro, anche i fringe benefit eventualmente fruiti in sostituzione dei premi di risultato e delle forme di partecipazione agli utili (la sostituzione di premi di risultati o utili può avvenire solo quando lo prevedono i contratti aziendali o territoriali);
- sono escluse le somme versate come bonus carburante (dl 5/2023) essendo due diverse agevolazioni, quindi la soglia esentasse nel 2023 è pari a 200 per i buoni benzina e a 3mila per l’insieme degli altri beni e servizi comprese le utenze domestiche; in questi 3mila euro di fringe benefit possono essere ricompresi anche altri buoni benzina, ulteriori rispetto ai 200 euro che rappresentano un’agevolazione a sè stante.
Chi ha diritto ai fringe benefit fino a 3.000 euro?
In base alla norma primaria, l’agevolazione si applica ai fringe benefit percepiti dai lavoratori dipendenti con figli a carico «compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati». Il figlio è a carico quando ha un reddito lordo non superiore a 2mila 840,51 euro, che sale a 4mila euro per i figli fino a 24 anni di età. Il riferimento normativo per i figli a carico è il comma 2 dell’articolo 12 del TUIR.
L’agevolazione è prevista in misura intera per entrambi i genitori, anche se hanno un unico figlio fiscalmente a carico di entrambi.
Attenzione: la norma prevede semplicemente che i figli siano fiscalmente a carico (in base alla definzione sopra riportata). Non rileva il fatto che i genitori applichino in dichiarazine la relativa detrazione fiscale. In altri termini, sottolinea la circolare dell’Agenzia delle entrate, la soglia dei fringe benefit sale a 3mila euro anche se il contribuente non applica la detrazione per figli fiscalmente a carico perché percepisce l’Assegno unico e universale.
Altra precisazione: se i genitori applicano la detrazione per figli a carico solo alla dichiarazione di quello con il reddito più elevato, continuano comunque ad aver entrambi diritto all’innalzamento del tetto dei fringe benefit.
Per i lavoratori dipendenti che non hanno figli a carico, continua invece ad applicarsi anche nel 2023 l’ordinaria soglia di esenzione dei fringe benefit di 258,23, non estesa a rimborsi e somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas.
Come richiedere il bonus da 3.000 euro?
Il dipendente deve presentare al datore di lavoro una dichiarazione che attesti il diritto all’innalzamento della soglia dei fringe benefit, nella quale deve indicare il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico. Il Fisco sottolinea che in mancanza di questa dichiarazione l’agevolazione non sia applicabile.
Non è prevista una forma specifica per questa dichiarazione, quindi le modalità possono essere liberamente concordate fra datore di lavoro e dipendente. Qualche esempio: può essere previsto un form predisposto dall’azienda, piuttosto che una dichiarazione in forma scritta, una semplice e-mail, l’inserimento in un sistema di comunicazioni aziendali).
Quali documenti da conservare?
Quale che sia la procedura scelta, specifica il Fisco, è necessario conservare la documentazione (anche firmata digitalmente) comprovante l’avvenuta dichiarazione, ai fini di un eventuale controllo da parte degli organi competenti.
Se nel corso dell’anno il genitore perde il diritto al beneficio (ad esempio, perché il figlio supera il tetto di reddito per essere considerato a carico), deve darne immediata comunicazione all’azienda. Che provvederà a recuperare il beneficio non spettante dalle buste paga successive a questa comunicazione.
Quali adempimenti per il datore di lavoro?
C’è infine un adempimento a carico dei datori di lavoro, che devono informare le rappresentanza sindacali dell’applicazione dell’agevolazione. Quindi, in presenza di RSU (rappresentanze sindacali unitarie), il beneficio può essere riconosciuto solo dopo aver effettuato questa informativa. Oppure, può essere riconosciuto anche prima, ma l’informativa ai sindacati deve comunque essere effettuata entro il 31 dicembre 2023.