Fringe Benefit: Bonus 2mila euro ma senza obbligo per l’azienda

di Anna Fabi

11 Marzo 2024 12:37

Fringe benefit 2024 detassati fino a 2mila euro: come funziona il bonus genitore, come fare domande e quali agevolazioni ai dipendenti rientrano nel tetto.

Requisiti per i beneficiari, compatibilità con i buoni benzina, rimborsi delle bollette: l’Agenzia delle Entrate dettaglia le regole applicative per la detassazione 2024 dei fringe benefit fino a 2mila euro per i dipendenti con figli.

Come sempre, non si tratta di un diritto di legge per il quale basta fare domanda al datore di lavoro: l’azienda non ha alcun obbligo di concedere benefit ai dipendenti. Se lo fa, tuttavia, per quelli con figli a carico può erogarli esentasse fino alla soglia dei 2mila euro per il 2024.

Fringe Benefit 2024: a chi va il bonus 2mila euro?

I fringe benefit sono somme versate dal datore di lavoro al dipendente che non concorrono a formare il reddito (quindi, sostanzialmente, sono esentasse). Il tetto previsto dal TUIR è di norma pari a 258,23 euro. Se questa somma viene superata, l’intero ammontare dei fringe benefit concorre a formare il reddito, con applicazione della tassazione ordinaria.

Per il periodo d’imposta 2024 è fissato a 2mila euro il limite di esenzione dei fringe benefit previsto dall’articolo 51, comma 3, del Testo unico delle imposte sui redditi (DPR 917/1986), limitatamente alle famiglie con figli a carico.

Sopra questo tetto, a tutti i fringe benefit si applica la tassazione ordinaria.

Quali regole per la detassazione fino a 2mila euro?

La norma sui fringe benefit detassati fino a 2mila euro nel 2024 prevede le seguenti regole:

  • il tetto dei 2mila euro si riferisce all’intero anno d’imposta;
  • sono incluse le somme versate dal datore di lavoro per pagare le utenze domestiche (luce, gas, acqua): se la bolletta si riferisce a spese dell’anno prima può essere considerata solo se non è già stata rimborsata o pagata dal datore di lavoro;
  • sono compresi, e quindi concorrono al limite dei 2mila euro, anche i fringe benefit eventualmente fruiti in sostituzione dei premi di risultato e delle forme di partecipazione agli utili (la sostituzione di premi di risultati o utili può avvenire solo quando lo prevedono i contratti aziendali o territoriali);
  • in questi 2mila euro di fringe benefit possono essere ricompresi anche buoni benzina che rappresentano un’agevolazione a sè stante.

Chi ha diritto ai fringe benefit fino a 2.000 euro?

In base alla norma, l’agevolazione si applica ai fringe benefit percepiti dai lavoratori dipendenti con figli a carico «compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati». Il figlio è a carico quando ha un reddito lordo non superiore a 2mila 840,51 euro, che sale a 4mila euro per i figli fino a 24 anni di età. Il riferimento normativo per i figli a carico è il comma 2 dell’articolo 12 del TUIR.

L’agevolazione è prevista in misura intera per entrambi i genitori, anche se hanno un unico figlio fiscalmente a carico di entrambi. Ed anche se i genitori detraggono i figli a carico solo nel 730 di un genitore, continuano ad aver entrambi diritto al tetto massimo dei fringe benefit.

Attenzione: la soglia dei fringe benefit resta a 2mila euro anche se il contribuente non applica la detrazione per figli fiscalmente a carico in quanto percepisce l’Assegno Unico e universale.

Come richiedere il bonus 2mila euro?

Il dipendente deve presentare al datore di lavoro una dichiarazione che attesti il diritto alla soglia dei fringe benefit. In tale attestazione deve indicare il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico. Senza questa dichiarazione, l’agevolazione non è applicabile.

Non esiste un modello o fas-simile specifico: le modalità di comunicazione di queste informazioni possono essere liberamente concordate fra datore di lavoro e dipendente. Qualche esempio: può essere previsto un form predisposto dall’azienda o una dichiarazione in forma scritta, ma basta una semplice email o l’inserimento della dichiarazione nel sistema di comunicazioni aziendale (intranet, pannello presenze, buste paga, ecc.).

Quali documenti da conservare?

Quale che sia la procedura scelta, è necessario conservare la documentazione (anche firmata digitalmente) comprovante l’avvenuta dichiarazione, ai fini di un eventuale controllo da parte degli organi competenti.

Se nel corso dell’anno il genitore perde il diritto al beneficio (ad esempio, perché il figlio supera il tetto di reddito per essere considerato a carico), deve darne immediata comunicazione all’azienda. Che provvederà a recuperare il beneficio non spettante dalle buste paga successive a questa comunicazione.

Quali adempimenti per il datore di lavoro?

C’è infine un adempimento a carico dei datori di lavoro, che devono informare le rappresentanza sindacali dell’applicazione dell’agevolazione. Quindi, in presenza di RSU (rappresentanze sindacali unitarie), il beneficio può essere riconosciuto solo dopo aver effettuato questa informativa. Oppure, può essere riconosciuto anche prima, ma l’informativa ai sindacati deve comunque essere effettuata entro il 31 dicembre.