Dopo alcuni anni di forte turnover di lavoratori in cerca di un nuovo posto di lavoro più flessibile o più remunerativo, il mercato del lavoro sta registrando il consolidamento di una nuova tendenza, segno che le aziende hanno recepito il messaggio e stanno facendo proprie le strategie dei concorrenti per trattenere i migliori talenti con soluzioni anche alternative al classico aumento di stipendio.
Lo smart working parziale, ad esempio, è diventato una componente fondamentale del “pacchetto”, a cui nessun dipendente è più disposto a rinunciare. E in futuro sarà sicuramente associato anche alla settimana corta, ma per adesso sul podio ci sono altri beefit che trattengono in azienda i lavoratori.
I dipendenti vogliono rimanere in azienda, soprattutto se gratificati con un valido programma di welfare aziendale, che sta progressivamente frenando il fenomeno della great resignation, vale a dire l’aumento eccezionale del numero di lavoratori che lasciano il proprio posto volontariamente. Lo dimostrano i numeri: basta leggere il 7° rapporto Censis-Eudaimon ed il Rapporto Welfare Index PMI 2024 per capire come si stanno muovendo le aziende.
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Il 75% delle PMI ha ormi superato il livello medio di welfare aziendale. Lo strumento consente ai datori di lavoro di offrire ai propri dipendenti l’opportunità di staccare la spina, trovando un migliore equilibrio tra vita privata e professione.
Questo, anche grazie alle attività di svago che spesso coinvolgono le famiglie dei lavoratori, attivando servizi rivolti al benessere e alla salute oltre a programmi di people caring. E accanto alla componente economica legata ai benefit – come buoni spesa e rimborso utenze e affitti – le aziende propongono anche iniziative e servizi in materia di salute, genitorialità, care giving, lavoro giovanile e qualità della vita.
Secondo l’ultimo Rapporto Censis-Eudaimon, 4 lavoratori su 5 preferiscono restare in azienda se c’è un buon programma di welfare a trattenerli. E già nel 2023 l’onda alta delle dimissioni volontarie in Italia ha visto un sensibile calo rispetto al passato.
I datori di lavoro devono essere consapevoli del sentiment dei dipendenti: l’84,3% vorrebbe potenziare il welfare aziendale nella propria organizzazione e il 79,5% valuterebbe un aumento retributivo sotto forma di prestazioni di welfare.
Secondo il Rapporto Welfare Index PMI, nel 2024 sono in aumento le imprese che hanno registrato un impatto positivo del welfare aziendale sul business: nella produttività (36,7%), nel miglioramento del clima aziendale (42,3%), nella fidelizzazione (40,6%) e nell’immagine aziendale (40,2%).