Chiunque penserebbe che il Fondo per le piccole e medie imprese sia rivolto ad aziende con fatturato modesto o comunque non superiore a pochi milioni di euro. Sbagliato! Come noto infatti, quelle che comunemente consideriamo Pmi in realtà sono spesso condannate da definizioni ufficiali che le ingabbiano in fasce di fatturato o bilancio che arriva addirittura a 10 milioni di euro. Persino le micro-imprese possono in teoria raggiungere i 2 milioni di euro. E allora “cosa” sono tutte le attività che al milione non ci arrivano e non ci arriveranno mai? Quando ci sarà un Fondo per loro in Italia?
Stando a quanto spiegato dal sottosegretario dell’Economia, Sonia Viale, rispondendo a un’interrogazione presentata in commissione Attività produttive della Camera da Maino Marchi (Pd), il Fondo per le Pmi resta off-limits per le imprese con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro!
Questo, nonostante la nota raccomandazione emanata dalla Commissione Europea nel lontano 2003, in cui si definisce piccola impresa quella con fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro. E già è troppo…
La risposta all’interrogazione sembra però non concedere scampo: restano escluse le vere Pmi dagli 1,2 miliardi di euro di cui è composto il fondo da 15 anni, con i primi cinque di investimento.
L’unica via d’accesso per le piccole aziende resta dunque quella delle unire le forze associandosi in consorzi, in modo da superare il vincolo dei 10 milioni di euro di fatturato.
Secondo Viale, la limitazione di accesso al fondo è stata attuata anche per questioni di gestione, visto che – ipotizzando un limite di accesso ad 1 milione di euro – “la società di gestione dovrebbe, analizzare 24mila imprese in 5 anni, 5mila imprese all’anno“. Inoltre, le Pmi “non presentano i requisiti minimi di struttura manageriale, organizzativa, pianificazione e controllo” adeguata ad una misura del genere.
Sarà , ma almeno cambiategli nome….