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Canone RAI su tablet e pc in azienda: chi deve pagare

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 30 Giugno 2014
Aggiornato 2 Ottobre 2014 11:28

Nuovo allarme Canone Speciale RAI in azienda: ricordiamo le regole del pagamento, riservato alle imprese che usano i pc come televisori.

Si torna a polemizzare sul canone RAI, e questa volta non più per la recente proposta – poi smentita dal Governo Renzi – di voler collegare la riscossione dell’abbonamento alla bolletta elettrica così da co-finanziare gli aumenti in busta paga. Archiviata la questione, il nuovo tormentone è il Canone Speciale, ossia la tipologia di sottoscrizione riservata alle aziende che ricorrono a televisori (o altri terminali compatibili con la ricezione del segnale TV), per offrire ai propri clienti / dipendenti un servizio di intrattenimento televisivo.

Canone Speciale

Tempo fa, a seguito di un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico, la RAI ha fatto marcia indietro sul Canone RAI per pc aziendali, specificando chi dovesse pagare e per cosa. Tuttavia, la nuova ondata di lettere inviate in questi giorni potrebbe indurre molte aziende a pagare senza doverlo fare.

Ribadiamo dunque il concetto, per fare chiarezza tra gli abbonati: il canone speciale richiesto alle aziende va pagato solo se i computer sono utilizzati come televisori (digital signage) e non va corrisposto nel caso sia già avvenuto il pagamento per il possesso di uno o più televisori. Un chiarimento importante che fuga i dubbi sollevati dalla frase:

«chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dall’ambito famigliare, compresi i Pc collegati in rete».

=> Canone RAI: confermata la legittimità

Natura dello strumento

Dunque quello che conta non è la natura dello strumento o la possibilità di ricevere il segnale televisivo ma l’uso che ne vien fatto. Se un monitor aziendale viene utilizzato come schermo TV allora scatta il Canone Speciale, altrimenti tutto rimane come prima e il canone ordinario deve essere pagato solamente se viene utilizzato un televisore.

«Ciò limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (BBC…) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone», precisa la RAI.

Se da un lato viene scongiurato il pagamento del canone per il semplice fatto di possedere un pc sulla scrivania dell’ufficio, dall’altro resta alle aziende il compito di dichiarare l’utilizzo dei propri apparecchi e non sempre la cosa è di facile interpretazione.

In ogni caso potrebbero essere chiamate a versare il tributo anche le aziende che ne sono esonerate. Ecco perchè è fondamentale agire prontamente dichiarando alla RAI l’utilizzo dei terminali rispedendo al mittente l’apposito tagliando contenuto nella missiva inviata agli abbonati.

Ulteriori informazioni e casi particolari sul sito RAI.