Il testamento digitale: insolite declinazioni del social business

di Michele Pepe

Pubblicato 1 Giugno 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

Cosa accade all’identità  social delle persone quando queste ultime passano a miglior vita? L’argomento, che sicuramente farà  storcere il naso a molti, ha assunto una certa importanza, grazie proprio allo straordinario successo dei social network e quindi alla crescita vertiginosa dei propri utenti.
Un post interessante su webTIME, riporta come nel 2010 nei soli Stati Uniti siano passati a miglior vita quasi 400mila utenti di Facebook e cosa questo voglia dire in termini di qualità  delle relazioni sul social network.
L’identità  digitale, fatta di dati, pensieri, fotografie, contatti è qualcosa di ereditabile? Come avvisare tutti “gli amici” della dipartita di un utente all’interno della community dei propri contatti?

Queste domande, che qui potrebbero generare scongiuri se non una esorcizzante ironia, negli States hanno invece creato valore attraverso la creazione di Company specializzate nella gestione di quello che viene definito il trapasso digitale, affrontandone tutti gli aspetti inclusa la delicata questione della privacy.

Un esempio è DeathSwitch che, previa registrazione consente un invio automatico di una email ai propri cari con tutti i dati (inclusi gli account di ingresso) che hanno caratterizzato la vita digitale del defunto. Il servizio, a pagamento se l’invio della notifica è verso più di un contatto, non fa altro che sondare l’attività  di un utente attraverso l’invio periodico di email.

La questione, se pur fa sorridere, analizza aspetti di un fenomeno, quello dei social network, che, permeando sempre di più le nostre vite, sta iniziando a caratterizzare anche il “dopo”.