Asus Eee come l’iPhone?

di Paolo Iasevoli

Pubblicato 1 Febbraio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

“Da pensarci su”, scriveva qualche giorno fa Filippo nel presentare il nuovo, attesissimo computer di Asus. Bene, pensiamoci insieme.

L’Eee Pc 701 rischia seriamente di scatenare una frenesia non dissimile da quella causata a suo tempo dall’iPhone negli USA: status symbol, design alla moda, funzioni innovative… Tutti volevano lo smartphone di Apple, anche senza averne effettivo bisogno.

Sto parlando ovviamente dei mobile worker e di tutti quelli che viaggiano frequentemente e hanno necessità  di lavorare lontano dal proprio ufficio. Dopo i primi pesanti pareri negativi, l’iPhone ha goduto di alcune modifiche (soprattutto sul versante software e network security) che lo hanno reso più adatto (anzi, meno inadatto) all’ambiente aziendale.

Succederà  lo stesso per l’Asus Eee Pc 701? Per quanto riguarda l’hype generato del nuovo subnotebook (nome orrendo che fa venire in mente qualcosa di subnormale) non credo ci siano dubbi, considerate tutte le ordinazioni che sono fioccate mesi prima del suo arrivo in Italia.

Le analogie con il gioiellino di Apple non si fermano qui. I pro sono simili: dimensioni ridotte, connettività  e innovazione. E magari anche il merito di aver finalmente spianato la strada agli Ultra Mobile PC.

Manager e mobile worker potrebbero quindi essere attratti dalla possibilità  di aver un mini-portatile con tutte le funzionalità  di un normale notebook ma più piccolo e soprattutto estremamente economico. Già , perché a differenza dell’iPhone l’Eee si posiziona in una fascia di prezzo decisamente bassa, se lo consideriamo un PC portatile.

I contro invece? Anche quelli ricordano purtroppo l’iPhone. Anche se non siamo ai livelli di chiusura imposti da Apple, il sistema operativo dell’Eee è basato su Linux e, nonostante permetta di installare la grande offerta di prodotti open source, impedisce di utilizzare applicazioni studiate per Windows, e sappiamo bene quanto esse siano diffuse in ambito aziendale.

Alle limitazioni software si aggiungono anche quelle hardware. L’Eee è molto piccolo, ma piccola è anche la sua tastiera: incastrare una Qwerty completa in così poco spazio è stata una bella idea che potrebbe però risultare decisamente scomoda per chi ha mani grandi. Sarebbe quindi inutile poter lavorare con Open Office e navigare con Firefox dinanzi a una simile “barriera architettonica”. Inoltre, se i problemi legati al software possono essere risolti (o quantomeno aggirati), per l’hardware si può fare ben poco.

L’Asus Eee Pc 701 può quindi rivelarsi uno strumento pratico ed economico per i mobile worker che lavorano con software open source e non hanno problemi ad utilizzare tastiere piccole. Questo è il mio pensiero, in attesa del vostro.