La competitività e la ricerca sono due parole che, purtroppo, in Italia non possono essere citate con frequenza. Eppure delle eccellenze esistono, come nel caso di Pisa, che in pochi mesi ha lanciato due soluzioni di robotica molto affini.
Nello specifico l’istituto di ricerca Sant’Anna di Pisa ha sviluppato il prototipo di una mano bionica, capace di collegarsi al cervello e di conseguenza in grado di aiutare tutti coloro i quali hanno perso per qualche motivo la parte terminale dell’arto.
Una delle particolarità che caratterizzano questo progetto, è il ridotto costo della soluzione, chiamata Smart Hand, che può essere prodotta con un costo di soli 70 euro. Per tale ragione l’impiego della mano bionica, che tra l’altro è anche leggera in virtù deio suoi 350 grammi di peso, potrebbe essere molto esteso e raggiungere anche le zone di guerra dove le amputazioni sono all’ordine del giorno.
L’annuncio del prototipo segue il recente lancio di The Hand Embodied, avvenuto nel mese di dicembre, l’altro arto bionico realizzato dal Cento di Ricerca Piaggio dell’Università di Pisa.
Una competitività tutta italiana, quindi, che ha consentito il parallelo sviluppo di analoghi progetti, mettendo a fattor comune le idee, le competenze e l’esperienza maturata.
Ad esempio entrambi i progetti condividono lo stesso ragionamento sui motori necessari per portare a termine determinate combinazioni di movimenti, che saranno quattro per consentire alla mano robotica la copertura dell’80% dei movimenti naturali dell’uomo.