Secondo i risultati di un recente sondaggio condotto dall’azienda di identity management Cyber-Ark – presentati nello studio Trust, Security & Passwords, sarebbero non solo dipendenti d’azienda ma anche i responsabili IT il veicolo primario per l’ingresso di minacce informatiche nella rete aziedale.
Particolarmente rischioso, infatti, sarebbe il comportamento degli amministratori IT: in base alle risposte fornite da 300 professionisti del settore, 1/3 dei responsabili IT ha libero accesso a documenti aziendali strettamente riservati, grazie alle password in proprio possesso.
Il pericolo? L’88% dichiara di conservare per sè password dei top manager e dei database contenenti materiale confidenziale, anche in caso di licenziamento, con lo scopo di poter continuare ad accedere alle informazioni riservate e strategiche per l’azienda.
Il monito di Cyber-Ark alle aziende è quindi quello di essere più consapevoli attivando specifiche politiche di controllo, al fine di verificare che i codici di accesso a informazioni sensibili vengano utilizzati dagli operatori in maniera corretta.
Infine suggerisce di modificare le password di accesso con frequenza maggiore a quella che viene rilevata nello studio: ogni tre mesi per il 30% dei top manager. Il 9% di loro addirittura non ha mai cambiato alcuna password.