Quando si dice troppo bello per essere vero. Il ministro dell’Istruzione indiano, Agrawal, aveva annunciato qualche giorno fa la partenza di “National Mission on Education Programme”, un progetto per l’informatizzazione delle scuole secondarie del paese che prevedeva la commercializzazione di un computer portatile low cost.
Nel documento si lasciava intendere che il divario digitale delle giovani generazioni indiane potesse trovare soluzione in un laptop dal costo di 500 rupie, pari a soli otto euro. Ma l’illusione è durata poco: il dispositivo presentato all’opinione pubblica con il nome di Sakshat è in realtà un hard disk senza monitor né tastiera.
Sakshat è una piccola unità di archiviazione, di 25 cm di lunghezza e 12 cm di larghezza, dotata di un modulo WiFi ed una porta Ethernet per consentirne la connettività senza fili e di una memoria da 2 gigabyte. Per consultare il suo contenuto sarà comunque necessario collegare il dispositivo ad un computer reale.
Svanito il miraggio del laptop ad 8 euro, si sta progettando una tecnologia che consenta di costruire in futuro dei notebook da 60 dollari.