Geekessimo riporta un articolo davvero interessante sulle nuove minacce di phishing che attraversano la rete in questi giorni.
Le tecniche di phishing e il loro continuo proliferare sono la conseguenza di quanto stiamo vivendo in questi anni: l’utente è sempre più coinvolto dai processi e dalle applicazioni del web e questo comporta da un lato una maggiore interazione dei fruitori, dall’altro un rischio maggiore, che aumenta proporzionalmente all’aumentare del coinvolgimento dell’utenza. Cosa significa tutto questo? Rinunciare al web, specie alle applicazioni 2.0 e simili, in nome di una tanto aspirata sicurezza informatica? Ovvio che la questione è decisamente complessa.
Come leggete nell’articolo le tendenze si stanno modificando sino ad arrivare ad inviare mail di SPAM che avvertono di casi di truffe e phishing ai danni degli utenti.
È ovvio che la domanda provocatoria di prima non ha come soluzione l’allontanarsi da tutti i servizi web, perché la cosa non avrebbe senso. Per fare fronte a questo fenomeno è sufficiente, molto spesso è l’unica cosa necessaria, aumentare leggermente il proprio livello di consapevolezza, ma in che modo?
Senza dubbio documentandosi in primo luogo e ponendosi delle domande. Perché dovrebbe una banca inviarmi determinate informazioni? Perché tanti errori grammaticali? Perché devo dar loro il mio numero di carta di credito? Talvolta domande come queste possono salvare anche gli utenti meno esperti.
Non sempre i sistemi di sicurezza sono in grado di proteggerci, come abbiamo più volte sottolineato, alle volte un uso accorto degli strumenti che il web ci mette quotidianamente a disposizione è il metodo migliore per garantirsi una protezione che sia il più efficace possibile. E questi “mezzi” sono legati e connessi esclusivamente dalle singole utenze.