Albo pretorio online, i controlli di Palazzo Vidoni

di Lorenzo Gennari

1 Febbraio 2011 15:30

Dal 1 gennaio vige l'obbligo, per le amministrazioni comunali, di utilizzare gli albi pretori online al posto delle vetrine collocate davanti agli uffici pubblici del Comune. I controlli di Cnr e ministero però rilevano parecchie inadempienze

Nei giorni scorsi, il ministero per la Pubblica Amministrazione e l?Innovazione ha effettuato, in collaborazione con il Cnr, un’indagine approfondita sullo stato di applicazione della legge che riguarda gli albi pretori online, nei siti Internet delle pubbliche amministrazioni.

Dall’indagine, è risultato che finora solo 5.133 Comuni (pari al 66,80 per cento del totale) hanno predisposto una sezione online dell’Albo pretorio, così suddivisi su base regionale: 51 Comuni in Basilicata (40,5 per cento), 50 in Molise (41 per cento), 123 in Abruzzo (47,3 per cento), 174 nel Lazio (52,7 per cento), 119 in Friuli Venezia Giulia (56,4 per cento), 167 in Trentino Alto Adige (56,6 per cento), 140 nelle Marche (58,6 per cento), 338 nel Veneto (59,1 per cento), 152 in Puglia (60,8 per cento), 239 in Sicilia (61,9 per cento), 243 in Sardegna (64,5 per cento), 47 in Valle d’Aosta (65,3 per cento), 136 in Liguria (65,7 per cento), 1.030 in Lombardia (68,8 per cento), 243 in Emilia-Romagna (70 per cento), 382 in Campania (71,4 per cento), 291 in Calabria (74,6 per cento), 68 in Umbria (78,2 per cento), 882 in Piemonte (80,6 per cento) e 258 (90,2 per cento) in Toscana.

Nel caso particolare delle città metropolitane, è emerso invece che tutte sono in regola con la legge: non solo hanno collocato nell’homepage del proprio sito (seppure con evidenza diversa) la sezione dedicata all’albo pretorio, ma molte vi hanno già inserito anche i bandi di gara. In alcuni casi, c’è da dire che si tratta di mera rappresentazione digitale dei documenti prima esposti in forma cartacea. Al contrario, alcune città come Milano hanno utilizzato l’obbligo dell’Albo pretorio online per rivedere tutto il processo documentale.

Le pubblicazioni effettuate su carta hanno smesso di avere valore legale già dal 1 gennaio di quest’anno grazie all?art. 32 della legge n. 69/2009, che reca disposizioni finalizzate all’eliminazione degli sprechi e alla sostituzione delle tavole o delle vetrine esistenti presso ogni ente pubblico, generalmente collocata presso la porta della casa comunale, con le corrispondenti pubblicazioni online.

D’ora in poi, tutte le notizie e gli atti amministrativi che necessitano di pubblicità legale: bandi di concorso, permessi di costruzione, delibere del Consiglio e della Giunta comunale, elenco dei beneficiari di provvidenze economiche, si troveranno solo ed esclusivamente sulle rispettive home page istituzionali.