Giustizia, tagli ai servizi informatici: rischio paralisi

di Lorenzo Gennari

5 Gennaio 2011 14:00

L'Associazione nazionale magistrati si prepara ad una nuova protesta, questa volta a causa della circolare del ministero della Giustizia che informa della mancanza dei fondi necessari per la fornitura dei servizi di assistenza informatica

Una paralisi complessiva del sistema che potrebbe portare alla chiusura dei tribunali e all’impossibilità per imprese e privati di partecipare a gare di appalti e concorsi. È quello che, secondo l’Associazione nazionale dei magistrati (Anm), si rischia in tutti i tribunali a causa del blocco dell’assistenza informatica agli uffici giudiziari.

Dopo la diffusione della circolare del ministero della Giustizia che informa della mancanza di fondi necessari per la fornitura dei servizi di manutenzione e assistenza ai sistemi informatici degli uffici giudiziari, le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. «È paradossale che il governo che aveva promesso il processo telematico sia lo stesso che rischia di determinare la paralisi informatica dei tribunali. Il ministro Alfano deve chiedere ed ottenere subito dal ministro dell’economia le risorse necessarie», ha commentato l’esponenete dell’Udc Roberto Rao.

L’Associazione dei magistrati ha espresso preoccupazione per questa vicenda che rischia di infliggere un «colpo ferale ad un sistema già di per sé in grande difficoltà». «Da tempo sosteniamo – fa sapere l’Anm – la necessità di considerare il settore giudiziario un settore strategico per il Paese e, invece, dobbiamo amaramente constatare come avvenga sistematicamente il contrario. Se l’informatizzazione dovesse venire meno il principale sconfitto sarebbe il cittadino».

Anche il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha commentato in aperta polemica con i tagli: «Il governo si riempie la bocca con promesse di modernizzazione della pubblica amministrazione e allo stesso tempo taglia i fondi sui servizi informatici. Le conseguenze potrebbero essere pesanti: ritardi nella trasmissione degli atti fra i vari uffici, la mancata registrazione delle notizie di reato o dell’acquisizione di documenti. Insomma rischiamo di assistere a un vero e proprio collasso della giustizia. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Governo».