Emilia-Romagna: terra di open source

di Lorenzo Gennari

3 Giugno 2009 15:40

Nelle PA dell'Emilia-Romagna i programmi free, libre e open source sono presenti nel 77% dei Comuni del territorio regionale e usati in diversi progetti del Piano Telematico. Lo rivela l'indagine "Open Source Survey"

Nel 2008, l’indagine “Emilia-Romagna Open Source Survey?, realizzata nell’ambito delle attività del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna, ha messo in luce come il 77 per cento del software utilizzato dalla Pubblica Amministrazione della regione sia a tutti gli effetti a codice aperto e a libera distribuzione.

Il 13 giugno a Bologna, nell’ambito della Conferenza Italiana sul Software libero, la Regione Emilia-Romagna organizzerà due tavole rotonde sul tema, forte della propria “best-practice”. L’indagine, tra l’altro, ha confermato l’elevato interesse, intorno al tema, da parte di tutti i 269 comuni del territorio regionale partecipanti. Ben il 78,89% del totale hanno acconsentito allo studio sulle tipologie di software client/desktop e su quelle server utilizzate.

In particolare la suite “Openoffice” ha registrato un così alto gradimento (6 mila e 500 installazioni) che i rappresentanti dei Comuni, delle Province e della Regione hanno pensato di far nascere una gruppo di lavoro per condividere esperienze, competenze e realizzare linee guida di utilizzo del pacchetto.

La media nazionale per l’utilizzo di software free, libre o open è pari al 34,4 per cento. In Emilia-Romagna è di quasi 30 punti percentuali al di sopra e si sale addirittura al 77 per cento del totale dei comuni se si considera l’ulteriore 14 per cento di amministrazioni pubbliche comunali che dispongono di soluzioni simili.

Mentre l’uso delle distribuzioni gratuite del sistema operativo Linux (open source per eccellenza) è ancora marginale, l’utilizzo di browser e pacchetti di produttività personale
free o open sono molto diffusi. L’indagine ha evidenziato inoltre che le postazioni client/desktop degli operatori della PA sono terreno meno fertile per le installazioni dei software liberi o open source rispetto ai server dove, in molti casi, sono addirittura installati in modo esclusivo.

La sensibilità sulla tematica appare molto alta: la grande maggioranza degli operatori interpellati si dice convinta che i propri enti debbano investire sulle soluzioni FLOSS (Free, Libre, Open Source Software) specie con iniziative formative ad hoc.