La storia e la nascita dei CST

di Stefano Pierini

30 Luglio 2010 09:00

I Centri Servizi Territoriali sono delle strutture di aggregazione volte a risolvere i problemi dei piccoli comuni e delle realtà medio piccole

Il CST e il territorio

La provincia di Pesaro e Urbino ha poco più di 370.000 abitanti e vi è particolarmente sviluppata l’industria del mobile, della nautica e gode di paesaggi con dolci colline ove è molto diffusa l’attività agrituristica. È ricca di cultura e di storia (il Montefeltro, l’Università di Urbino, il celeberrimo Raffaello, ecc..) e gran parte dei suoi comuni sono ubicati in aree montane (47 su 60). Pertanto il problema del digital divide è fortemente sentito dall’Amministrazione Provinciale, oltre alla forte senilizzazione delle imprese e ai problemi legati al ricambio generazionale e quindi è stato ritenuto indispensabile attuare un ruolo di coordinamento e supporto allo sviluppo nei vari settori strategici quali:

  • Il coordinamento e sviluppo dell’ICT (gestione associata e telematica dei servizi comunali);
  • La divulgazione fra gli enti delle buone prassi attivate nella P.A.;
  • Il supporto alla formazione anche con strumenti multimediali;
  • Lo sviluppo dei processi di e-governement;
  • Il creare una cultura dello sviluppo sostenibile.

Obiettivi

I Centri Servizi Territoriali a cui nel secondo bando del 2007, il CNIPA ha aggiunto anche il termine ALI (Alleanze Locali per l’Innovazione) hanno queste finalità generali:

  • Promuovere un’azione amministrativa (cosiddetto back-office) più adeguata a sottrarre i piccoli Comuni dal rischio incombente di marginalità ed esclusione;
  • Migliorare l’erogazione dei servizi da parte dei piccoli Comuni ai cittadini, alle imprese, al territorio;
  • Favorire economie di scala (gestione, manutenzione, acquisti) delle infrastrutture dell’ICT;
  • Favorire un cambiamento nelle relazioni fra le amministrazioni e creare flussi informativi tesi a favorire la partecipazione di tutti e non solo dei comuni con potenzialità organizzative e di risorse umane più efficienti.

Tali finalità sono possibili attraverso la progettazione di un modello di innovazione che risponde ai seguenti principi:

  • Creare forme e modelli di autogoverno e di cooperazione tra piccoli Comuni coinvolti;
  • Divulgare e valorizzare i modelli di cooperazione istituzionale;
  • Garantire l’inclusione “cooperativa” delle best practices;
  •  

  • Consentire la crescita delle realtà sociali economiche e culturali nei territori amministrati dai piccoli Comuni;
  • Dare strumenti gestionali ed organizzativi per il perseguimento degli obiettivi e degli interessi dei piccoli Comuni.