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Obbligo vaccinale PA, ricorso respinto: ok a sospensione senza stipendio

di Teresa Barone

18 Marzo 2022 09:30

Respinto il ricorso dei lavoratori pubblici contro l’obbligo vaccinale, considerato legittimo dal TAR Lazio: ok alla sospensione da servizio e stipendio.

Se è vero che dal 1° aprile cambiano numerose regole Covid in base al nuovo decreto di Governo, in concomitanza con la fine dello stato di emergenza, è anche vero che fino al 15 giugno resta l’obbligo vaccinale per i comparti scuola, sanità, difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Non è stato però chiarito se ci sono novità sulle sanzioni (sospensione dal servizio e dallo stipendio), che per gli over 50 nei luoghi di lavoro privati decadono dal 1° aprile.

Proprio su questo adempimento, imposto dal Governo Draghi per contenere la diffusione della pandemia, si è pronunciato di recente il TAR del Lazio, che ne ha confermato la piena legittimità, respingendo il ricorso presentato da 127 dipendenti pubblici contro la normativa che prevede la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione.

N.B. Per quanto concerne l’obbligo di Super Green Pass imposto ai lavoratori over 50 sui luoghi di lavoro, il nuovo decreto approvato in Consiglio dei Ministri il 17 marzo prevede che, dal 1° al 30 aprile, sia sufficiente il Green Pass semplice per recarsi in fabbrica o in ufficio, pertanto è sufficiente la Certificazione Verde rilasciata anche dopo un tampone. Da qui, la cessazione della sospensione per questi lavoratori.

=> Le nuove regole Covid per la Scuola dal 1° aprile

Tornando invece al caso delle categorie di lavoratori pubblici, facendo riferimento ai ricorrenti, appartenenti al comparto della scuola, della sanità e del settore difesa, sicurezza e soccorso pubblico, il TAR ha precisato che:

nell’imposizione dell’obbligo il Legislatore nazionale ha scelto di procedere per gradi, cominciando dai soggetti che maggiormente sono esposti al contagio e che quindi risultano potenzialmente più in pericolo: tra questi, figurano sicuramente gli odierni ricorrenti per i costanti contatti con l’utenza pubblica ed in generale con terze persone, anche infette.

La sentenza del TAR, in particolare, sottolinea come nel bilanciamento tra l’interesse a esercitare l’attività lavorativa e le esigenze di tutela della salute pubblica, a prevalere sia sempre quest’ultima. È quindi legittimo chiedere ai lavoratori di presentare il Green Pass rafforzato, che si ottiene solo con la vaccinazione o con la guarigione dall’infezione, una richiesta che non può essere definita discriminatoria considerando la necessità di tutelare la collettività.