Un argomento affrontato nel seminario internazionale dedicato alle future generazioni, il Reshuffling People Management: Towards a New Generation of Leaders, tenutosi a Bologna il 28 Ottobre, dove l’argomento principale è stato proprio il nuovo concetto di leadership.
Il punto centrale, che sembrerebbe mettere d’accordo tutti, è «avere infinita fiducia nelle grandi potenzialità di tutte le risorse umane», come spiega Mariacristina Galgano, amministratore delegato del gruppo di consulenza direzionale Galgano.
Il fine è quello di coinvolgere intensamente tutti i collaboratori per renderli seriamente e incondizionatamente partecipi al lavoro aziendale soprattutto in tempi di crisi. Anche qualora non ci fosse la possibilità di un aumento di stipendio o di una promozione, i collaboratori devono comunque sentirsi spronati e coinvolti nel perseguimento degli obiettivi.
Uno degli errori più comuni, prosegue Galgano, è quello di «ricercare i colpevoli», portando le persone a impiegare moltissime energie nei processi di occultazione di prove, o semplicemente di dimostrazione della propria innocenza.
Portare il gruppo a migliorare la capacità di autoanalisi, mettendo da parte atteggiamenti puramente punitivi, stimola il team a essere propositivo e a conservare fervida un’andatura tesa alla ricerca del miglioramento. Un leader si circonda di persone in grado di completarlo, riesce a trainare il gruppo, stimola la positività e la tensione al miglioramento e delega persone in grado di colmare le sue lacune. No yesman. Inoltre il costante aggiornamento, lo studio, la competenza sono fattori di buon esempio fondamentali per la creazione di un gruppo forte e vincente.
«Lavorare con un professionista ti dà una grande sicurezza, ti dà la consapevolezza che determinate cose si riusciranno a fare», spiega Salvatore Vella, 41 anni, magistrato di Sciacca, dove era rimasto senza colleghi. Infine la condivisione degli obiettivi, sapere precisamente per cosa si sta lavorando è determinante per un esito positivo, come condivide Vella «professionalità vuol dire studio, vuol dire sapere ascoltare gli altri e comunicare alla squadra quello che intendi fare. Se non spieghi dove vuoi portare il gruppo, è difficile creare coinvolgimento».