Manager di domani grazie ai Business Game

di Chiara Basciano

7 Giugno 2013 12:00

La formazione dei manager di domani passa anche per la tecnologia e il gioco. Scopriamo di più dei Business Game.

Un bell’intervento di Sara Genone, che si occupa di ricerca e progettazione nell’ambito della tecnologia applicata alla didattica presso il centro di ricerca dell’Università Cattaneo LIUC, fa luce su come la preparazione universitaria tradizionale si riveli spesso insufficiente nella formazione dei futuri manager, e come le stesse università – almeno alcune di esse – puntino su tecniche innovative, applicando i meccanismi della competizione e del gioco in contesti quali quelli lavorativi.

Sono i Business Game, simulazioni virtuali interattive nelle quali «i partecipanti al gioco si trovano a dover gestire un’azienda simulata nella quale sono chiamati a prendere delle decisioni, verificarne le conseguenze e agire», come spiega la Genone. Una vera e propria esperienza formativa che stimola all’analisi delle situazioni e alla ricerca delle soluzioni, con decisioni da prendere in tempi brevi e stimoli continui alla collaborazione con gli altri componenti del team di lavoro.

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«Con questi giochi, ma che di gioco hanno ben poco – prosegue la Genone – ci si trova a poter imparare dai propri errori prendendo decisioni vere, basate su dati reali, su un’azienda virtuale. Il comportamento di questa azienda è assolutamente reale, ma la componente tecnologica ci permette di imparare in quella che viene considerata una sandbox, un ambiente di sperimentazione “sicuro”».

E per chiarire verso quali aree si focalizzano i Business Game, ecco ancora le parole di Sara Genone: «Il Business Game stimola il pensiero strategico, la capacità di analisi, di sintesi e di valutazione, in una parola a prescindere dalle conoscenze economico – aziendali oggetto di studio, sviluppa competenze trasversali legate al problem solving al critical thinking e, data la sua natura digitale, anche competenze legate all’utilizzo delle tecnologie informatiche». Quando davvero si dice che giocando s’impara.