I brand più carichi di significato, capaci di ispirare il consumatore, sempre più attento a quello che gli viene proposto. Se è vero infatti che oltre il 70% dei marchi sul mercato non farebbe alcun rumore con la sua sparizione, resiste un 20% circa che grazie al fatto di essersi fatto veicolo di valori positivi, dall’impatto sullo stile di vita fino alla sostenibilità dei prodotti, continua a affascinare e incrementare il proprio giro d’affari.
A dirlo sono i dati del Meaningful Brands Index 2013, ricerca di Havas Media Group che ha coinvolto 134mila consumatori provenienti da 23 paesi per misurarne la percezione di circa 700 marchi internazionali. E per quel che riguarda il nostro paese, la ricerca ha messo in fila i dieci nomi dei brand più significativi, assegnando la palma del vincitore al marchio Mulino Bianco, che si piazza davanti ad altri due marchi del settore alimentare: Ferrero e Barilla.
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Seguono Ikea, Nivea, Decathlon, Lavazza, Coop e Dove, con Garnier che completa la lista dei primi dieci. «I brand food – commenta Isabelle Harvie-Watt, Ceo di Havas Media Group in Italia – piacciono agli italiani non solo perché sono gratificanti e rappresentano una vera e propria soddisfazione immediata, ma anche grazie al loro profilo etico e all’impatto positivo che hanno sull’economia locale».
A crescere, in ogni caso, è lo scetticismo del consumatore verso il marchio, con l’Europa dove addirittura il 93% dei consumatori è convinto di poter rinunciare del tutto ai brand, e con una situazione a livello internazionale dove il 54% dei consumatori non crede più nei marchi. Il 71% degli intervistati a livello mondiale e ben l’83% degli italiani crede però che aziende o marche dovrebbero attivarsi maggiormente per avere un impatto forte sui problemi sociali e avere come faro il benessere e la qualità della vita. E questa sembra essere necessariamente la strada da seguire.