Le parole chiave nelle riunioni di lavoro

di Teresa Barone

25 Giugno 2013 08:00

Consigli per rendere produttive le riunioni di lavoro anche attraverso una comunicazione efficace e persuasiva.

Per rendere realmente produttiva ed efficace una riunione di lavoro non è sufficiente prepararsi in anticipo e curare nei dettagli l’ordine del giorno: nessun business meeting potrà raggiungere l’obiettivo prefissato senza l’uso di alcune specifiche parole chiave.

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Secondo uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology della Sloan School of Management, infatti, la rosa dei termini indispensabili in una riunione di lavoro si limita a pochissime parole.

La ricerca si è basata sull’analisi di un campione significativo di verbali scaturiti dalle riunioni di lavoro tenendo conto del potenziale persuasivo di alcune parole: porre una certa enfasi sul semplice “si”, ad esempio, sembra stimolare il consenso degli interlocutori se è utilizzata per far capire che si è in accordo con un concetto espresso in precedenza da un altro partecipante.

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La parola “riunione”, inoltre, dovrebbe essere usata più volte nel corso di un meeting di lavoro, soprattutto per accennare a un argomento proposto da un collaboratore che non può essere analizzato al momento ma potrebbe essere approfondito successivamente. Un altro termine efficace è “inizio“, così come “andiamo avanti“, entrambi utili per attirare l’attenzione dei partecipanti e fare in modo che il livello di concentrazione sia sempre elevato.

Stando a quanto rivelato dagli studiosi, inoltre, esistono termini che preannunciano l’arrivo di una decisione importante, una combinazione di parole che denota la fine di un processo decisionale.

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«Lo studio delle riunioni di lavoro è importante, ma impegnativo, perché richiede una comprensione di molti segnali sociali e di alcune dinamiche interpersonali complesse. La ricerca è uno dei primi studi che si basa sui dati emersi dall’analisi dei meeting. Sono state pubblicate numerose liste di parole relative ai discorsi persuasivi, ma nessuna di queste si basa sui dati. Abbiamo voluto dimostrare che esistono parole più convincenti di altre anche in quest’ambito.»