Diminuiscono ancora i prezzi degli immobili

di Emanuele Menietti

17 Settembre 2009 15:00

Continuano a diminuire i prezzi del mercato immobiliare in Italia. La rilevazione è stata effettuata dal gruppo Tecnocasa che ha registrato una sensibile riduzione dei prezzi per le case nel corso del primo semestre 2009

Nel corso del primo semestre del 2009 si è registrata una sensibile flessione dei prezzi del mercato immobiliare. Lo rivela il gruppo Tecnocasa, che nel corso di una conferenza stampa ha fornito gli ultimi dati sulle quotazioni e le tendenze del mercato degli immobili in Italia. Le riduzioni maggiormente significative dei prezzi sono state registrate in alcuni grandi centri urbani e nei capoluoghi di provincia.

Stando al rapporto di Tecnocasa [pdf], i prezzi delle case nelle grandi città sono diminuiti di circa 2,7 punti percentuali nel corso dei primi sei mesi del 2009. La flessione ha anche interessato le aree periferiche dei grandi centri urbani, con una variazione pari a -2,3% e i capoluoghi di provincia in genere con un calo medio pari al 2,8%. Secondo gli analisti del gruppo immobiliare, tali flessioni sarebbero principalmente dovute alla maggiore offerta di immobili sul mercato, alla dilatazione dei tempi dedicati alla compravendita e a una sensibile variazione della domanda.

Anche a causa del difficile periodo denso di incertezze per l’economia su scala globale, gli acquirenti sono divenuti maggiormente prudenti e interessati a valutare una serie più ampia di alternative prima di procedere a un acquisto solitamente molto impegnativo sul fronte delle finanze, specie se familiari. Tale condizione porta a tempi molto più lunghi nella fase di compravendita, portando gli offerenti a rimodulare spesso le loro offerte per non perdere le opportunità di vendita.

Nei primi sei mesi del 2009 i prezzi per gli immobili nei grandi centri urbani sono diminuiti in maniera significativa nelle città di Napoli (-3,8%), Bologna (-3,4%), Genova (-3,1%), Palermo (-3%) e Roma (2,8%). Variazioni in negativo notevoli si sono registrate anche in altre aree urbane urbane del nord come testimoniano i -2,3 punti percentuali di Torino e Verona e il -1,7% di Milano. Nella maggior parte dei casi la riduzione dei prezzi interessa principalmente gli immobili nelle aree periferiche delle grandi città, mentre le case in centro si mantengono su prezzi sostanzialmente stabili.

L’hinterland di Bologna fa così registrare un netto calo dei prezzi, stimato da Tecnocasa intorno ai 4 punti percentuali. Seguono poi le aree periferiche di Firenze a quota -2,8% e le zone intorno a Milano con un -2,7% sensibilmente più alto del valore medio per l’intero comprensorio del capoluogo. L’ultima variazione dei prezzi degli immobili nell’area di Milano costituisce il quarto dato negativo consecutivo su base semestrale da metà 2007. Caratteristica in comune con Roma, la cui serie negativa è passata dal -1,6% di due anni fa al -2,8% del primo semestre del 2009, dopo aver toccato quota -3,6% nel corso degli ultimi sei mesi del 2008.

Gli analisti di Tecnocasa hanno poi sottolineato come sia cresciuta sensibilmente la domanda di trilocali e bilocali in numerose città italiane. In alcune aree urbane l’aumento della domanda per i bilocali si è rivelato considerevole, come dimostrano i casi di Milano (45,3%), Napoli (40,3%) e Roma (36,4%). La domanda di trilocali è invece cresciuta in media di 36,3 punti percentuali.

Nelle grandi città la disponibilità di spesa preponderante supera i 249mila Euro (42,7%), mentre nei capoluoghi di provincia il dato medio per tale spesa si riduce al 15,8%. Nei capoluoghi, infatti, la disponibilità media di spesa si attesta tra i 120mila e i 169mila Euro (33,1%).

Secondo Tecnocasa, nel corso dei prossimi mesi le quotazioni immobiliari tenderanno a stabilizzarsi nuovamente, abbandonanto l’attuale altalena. Compatibilmente alla crisi economica e all’auspicata ripresa, il mercato degli immobili si sta lentamente avviando verso una situazione di normalità e «sarà caratterizzato sempre più da una clientela con sufficiente capacità di indebitamento». Su tale tendenza potrebbero però incidere l’andamento del mercato del lavoro e il previsto aumento del numero di disoccupati nel corso dell’autunno ormai alle porte.