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Libere professioni: trend e redditi

di Anna Fabi

26 Novembre 2019 11:16

Trend positivo per le libere professioni in Italia, soprattutto per il settore socio-sanitario a vantaggio di laureati e dottorati.

Il Rapporto 2019 sulle libere professioni in Italia (a cura dell’omonimo Osservatorio di Confprofessioni su dati ISTAT) mostra una crescita occupazionale tra il 2011 e il 2018 in tutti i comparti, in particolare (con il 53%) il settore socio-sanitario.

Questo trend positivo (18 professionisti ogni mille abitanti) ha registrato incrementi superiori al 30% in Campania, Molise, Veneto e Marche. In Calabria e Liguria a vantaggio soprattutto di laureati e dottorati.

Complessivamente, in Italia si contano 1 milione e 400mila di professionisti iscritti ad un albo (+17%), che costituiscono un terzo del lavoro indipendente nel Paese dando occupazione a quasi 500mila dipendenti per un giro d’affari di oltre 200 miliardi di euro.

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Dal punto di vista settoriale, come già accennato sono le professioni del settore socio-sanitario a collocarsi al primo posto per incremento occupazionale, seguite da quelle scientifiche.

Per quanto riguarda i redditi, esistono oltre 300mila liberi professionisti che aderiscono al sistema forfettario con un reddito annuo medio che supera di poco i 10mila euro.

Per quasi tutti i settori professionali si registra un calo del reddito medio tra il 2011 e il 2014, seguita da una ripresa a partire dal 2015. Il fatturato complessivo sta vivendo un aumento tendenziale negli ultimi anni, arrivando nel 2017 a sfiorare il tetto dei 211 miliardi di euro, pari al 12,2% del PIL. A subire una netta riduzione sono gli studi di architettura (-12,1%) e di ingegneria (-12,8%), mentre sono in controtendenza i revisori contabili, periti, consulenti (+15%).

I redditi medi delle professioni ordinistiche oscillano mediamente tra i 36 mila e i 52 mila euro annui.

Secondo il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella: numerosi indicatori economici indicano una crescita tendenziale del settore libero professionale in Italia e in Europa, ma un’analisi più attenta fa emergere una realtà estremamente polarizzata tra professione e professione,  anche all’interno della stessa professione, tra regione e regione, tra uomini e donne, tra classi di reddito.