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Le imprese italiane credono nel Social Media Marketing

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 9 Giugno 2011
Aggiornato 18 Novembre 2013 07:50

Sempre più aziende utilizzano i social media per potenziare il parco clienti, senza rinnegare l'utilizzo combinato con tecniche di marketing tradizionale.

Cresce il numero di imprese italiane che utilizzano social media per conquistare nuovi clienti e potenziare il proprio business. La formula vincente è riuscire a bilanciare al meglio l’utilizzo di tecniche di marketing tradizionali e digitali. Nel 2010, il 38% delle aziende italiane che ha attuato attività di social networking aziendale, blog, microblog e forum per cercare nuovi clienti ha avuto successo. Nel 2011 la percentuale sale al 48%.

Lo rivela una indagine Regus su oltre 17.000 manager e imprenditori da 80 paesi.

La novità è che è in sensibile aumento anche il numero di aziende utilizzano i social media anche per fidelizzare i clienti già acquisiti. Il 53% del campione italiano predilige strumenti come Twitter e Weibo, mentre il 42% incoraggia i dipendenti a iscriversi a social network quali Linkedin e Viadeo; un terzo delle aziende italiane dedica fino al 20% del proprio budget al Social Media Marketing.

Il social networking passa così da strumento “aggiunto” per il marketing a vera e propria priorità: il 72% delle aziende è concorde sulla loro importanza strategica per incrementare le vendite. Ciò nonostante, i responsabili del marketing non rinnegano affatto le tecniche di marketing tradizionale: senza la giusta combinazione di tecniche tradizionali e digitali, le campagne di marketing non sembrano infatti efficaci.

«Nel riemergere dalla crisi, le aziende stanno considerando sempre di più le pratiche lavorative precedenti alla recessione, scegliendo strategie più flessibili e competitive», dichiara Mauro Mordini, Direttore Regus Italia, Malta e Israele. «Dalla gestione della supply chain, alle pratiche lavorative più snelle, il cloud computing, il maggiore utilizzo delle comunicazioni video e a forme di lavoro mobili, nessuna area dell’attività lavorativa viene trascurata».

 

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