Advertising: il futuro è web o mobile?

di Alessandra Gualtieri

18 Dicembre 2007 09:30

Banda larga e connessioni via cellulare trainano il mercato della pubblicità online e mobile. I dati di fine 2007 ne confermano le buone performance e potenzialità

Le ultime rilevazioni sull’andamento del mercato pubblicitario in Europa confermano le ottime performance del segmento web. IAB Europe ha diffuso in questi giorni le cifre relative alla spesa in pubblicità online sostenuta nel 2007: 11,5 miliardi di euro, in crescita di ben 8 miliardi rispetto allo scorso anno (+38%).

Display advertising, search marketing, classifieds, directories ed email marketing: queste le categorie prese in esame, che hanno rivelato uno sviluppo trasversale nei diversi marketplace, con una crescita che in alcuni casi tocca anche il 70% per la promozione internet.

A fungere da traino è stata anche la crescente diffusione della banda larga, che rende più solido ed economicamente più produttivo investire in pubblicità attraverso il canale web nelle sue varie declinazioni: web tv, mobile internet, behavioural targeting e social media, trend dominanti anche per il 2008.

In questo dinamico scenario europeo, anche gli investimenti delle imprese italiane in advertising online hanno mostrato di essere solidi, frutto di chiare strategie di marketing. Lo confermano i dati Nielsen sulla spesa pubblicitaria nel Paese. Tra i settori emergenti, anche in questo caso spicca il canale Internet, con una crescita del 42,9%, pari ad un turnover di oltre 217 milioni di euro.

Tra le declinazioni più interessati dell’advertising online c’è soprattutto quella relativa al settore internet mobile, trainato dalla diffusione delle connessioni via cellulare. Le recenti acquisizioni di società specializzate da parte di numeri uno come Microsoft (ScreenTonic) e Vodafone (Amobee) ne confermano le potenzialità.

D’altronde, le stime parlano chiaro: secondo un rapporto ABi Research diffuso nelle scorse settimane il mercato del mobile advertising chiuderà il 2007 con un giro d’affari di 3 miliardi di dollari, destinati a diventare ben 19 nel 2011.