Imposta di successione: guida alle novità 2024 e al calcolo

di Noemi Ricci

24 Novembre 2023 09:50

Novità e regole 2024 per l'imposta di successione: quando si applica e quando scatta la franchigia, come si calcola la tassa e come si paga, anche a rate.

L’imposta di successione, anche conosciuta come tassa di successione o diritto di successione, è un’imposta che viene applicata sul trasferimento di beni, proprietà o diritti da una persona deceduta ai suoi eredi o beneficiari designati. In altre parole, quando una persona muore e lascia eredità, l’imposta di successione è dovuta sugli attivi ereditati.

Recentemente, sono arrivate novità sull’imposta di successione in Italia, legate alla Riforma Fiscale che il Governo sta preparando, mentre l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato un nuovo modello per la dichiarazione di successione e ha fornito dei chiarimenti sul trattamento fiscale del legato di genere. Vediamo tutto in dettaglio.

Chiarimenti Agenzia Entrate sulle imposte di successione

Un recente chiarimento dell’Agenzia delle Entrate sulle imposte di successione (circolare n. 19 del 6 luglio 2023) riguarda il trattamento fiscale del legato di genere, ovvero la disposizione testamentaria con cui il testatore attribuisce a una persona una quota o una parte della quota ereditaria spettante a un altro soggetto (legatario onorato).

L’Agenzia ha precisato che l’imposta sulla successione si applica alla base imponibile, costituita dal valore dell’eredità a cui si sottrae il valore di tutti i legati, compreso quello di genere. La distinzione tra legato di genere e legato di specie pone riflessioni fiscali e l’Agenzia suggerisce di determinare il valore dell’eredità o delle quote ereditarie al netto dei legati, indipendentemente dalla loro tipologia.

Il valore del legato di genere deve essere dedotto nella liquidazione dell’imposta di successione, conformemente al principio di “giusta imposizione”. Eventuali controversie devono essere riesaminate in conformità con questi chiarimenti.

Il Modello di Dichiarazione di Successione

Il modello di dichiarazione di successione è stato aggiornato di recente, per conformarsi agli orientamenti giurisdizionali prevalenti e alle nuove disposizioni normative. In particolare, la circolare n. 29/E, emessa il 19 ottobre 2023, tratta della disciplina dell’imposta sulle successioni e donazioni, focalizzandosi sull’istituto del coacervo “successorio” e “donativo”.

Nel nuovo modello, la nozione di coacervo successorio di cui all’articolo 8, comma 4, del Testo unico delle disposizioni sull’imposta sulle successioni e donazioni (TUS), che rappresentava la riunione fittizia del valore attualizzato delle donazioni fatte in vita dal defunto con il valore dell’asse ereditario, è stata abrogata. Questa modifica è stata implementata con il provvedimento del 8 novembre 2023 dell’Agenzia delle Entrate.

Il coacervo donativo – ovvero la riunione fittizia del valore attualizzato delle donazioni effettuate anteriormente dal donante con il valore globale netto dei beni oggetto della donazione – è rimasto invariato, ma sono state apportate modifiche al modello per la presentazione della Dichiarazione di Successione.

Da sottolineare che anche alcune imposte, come quelle ipotecarie, catastali, di bollo e tributi speciali, non sono state modificate. Le aliquote rimangono invariate e variano a seconda del rapporto di parentela con il defunto e del valore dell’eredità.

La nuova versione del modello di dichiarazione di successione è già disponibile online, ma è possibile continuare ad utilizzare la vecchia versione fino al 9 gennaio 2024.

Quando la dichiarazione di successione non va presentata

Se si decide di rinunciare all’eredità, non è necessario presentare la dichiarazione di successione e di conseguenza non si dovrà pagare l’imposta di successione. Inoltre, non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione se si verificano le seguenti condizioni:

  • l’eredità è stata devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto;
  • il suo valore non supera i 100.000 euro;
  • non include beni immobili o diritti reali immobiliari.

Quali sono le aliquote dell’imposta di successione

Riportiamo di seguito le aliquote e franchigie di successione applicate da caso a caso:

  • aliquota al 4% per il valore che eccede 1 milione di euro: si applica ai parenti in linea retta o i coniugi;
  • aliquota al 6% per il valore netto che eccede i 100.000 euro: si applica a fratelli e sorelle;
  • aliquota al 6% senza franchigia per gli altri parenti;
  • aliquota all’8% senza franchigia, sul valore complessivo, per tutti gli altri soggetti.

Per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap grave ai sensi della Legge 104, si applica sempre la franchigia di 1,5 milioni di euro.

In caso di donazione di beni immobili o di un diritto reale immobiliare, sono previste ulteriori tasse da pagare, ovvero l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’immobile e l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile. A meno che non si tratti di prima casa, che è agevolata con imposte fisse, indipendenti dal valore dell’immobile.

Tutte le agevolazioni previste

In molti ci chiedono quali sono i benefici fiscali per la prima casa in caso di successioni e donazioni. Se il beneficiario della successione o donazione soddisfa i requisiti per richiedere i benefici fiscali per la prima casa, le imposte ipotecaria e catastale vengono pagate in una misura fissa di 200 euro ciascuna (per un totale di 400 euro), indipendentemente dal valore dell’immobile.

Importante: l’immobile stesso deve rispettare i requisiti richiesti per ottenere i benefici per la prima casa. Se ci sono più eredi e più immobili, ciascuno può richiedere i benefici per la prima casa su una singola abitazione e l’agevolazione si applica all’intera unità immobiliare per ciascun beneficiario.

Altra importante precisazione, che risponde ai dubbi di molti: l’utilizzo dei benefici fiscali per la successione o donazione della prima casa non preclude la possibilità di ottenere nuovamente i benefici per la prima casa in caso di futuro acquisto di un immobile.

Come si calcola l’imposta di successione

Per calcolare l’imposta di successione, oltre alle aliquote e alle franchigie, è necessario rivedere l’importo della rendita catastale aumentandolo del 5%, per poi moltiplicarlo per uno dei seguenti coefficienti:

  • 110 per gli immobili utilizzati come abitazione principale;
  • 120 per gli immobili nella categoria catastale A o C;
  • 140 per gli immobili nella categoria catastale B;
  • 60 per gli immobili nella categoria catastale A/10, ossia studi professionali e uffici, nonché D;
  • 40,8 per gli immobili nella categoria catastale C/1, come negozi commerciali ed E.

Un esempio di calcolo tassa di successione 2023

Facciamo una classica ipotesi di un genitore lasci in eredità al figlio un immobile. Vediamo come si calcola l’imposta di successione in due diversi esempi di valore dell’immobile:

  • Valore di 135.000€: non essendo l’importo superiore al milione di euro, non sarà necessario pagare alcuna imposta di successione (restano però dovute l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’immobile e l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile).
  • Valore di 1.300.000€: in questo caso, la tassa di successione immobili del 4% verrà applicata solo sull’importo eccedente 1.000.000€, ovvero 300.000€, per un totale di 12.000€ (più le imposte catastali e ipotecarie).

Se l’eredità arrivasse, invece, da un fratello senza figli e coniuge, ipotizzando, ad esempio un immobile del valore di 400.000€, applicando la franchigia di 100.000€, le tasse di successione sul valore rimanente di 300.000€ saranno calcolate con un’aliquota del 6%, per un totale di 18.000€ (più imposta ipotecaria e catastale).

Come si pagano le imposte di successione

Dopo aver ricevuto la dichiarazione di successione, l’ufficio territoriale competente dell’Agenzia delle Entrate invia all’erede un avviso di liquidazione contenente l’importo dell’imposta di successione da pagare.

Se la dichiarazione viene presentata presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, il pagamento può essere effettuato presso una banca, un ufficio postale o un agente di riscossione, anche utilizzando il modello F24 e indicando i relativi codici tributo.

Se invece si sceglie di effettuare il pagamento tramite addebito sul conto corrente, è necessario compilare l’apposito modulo in formato PDF da consegnare all’ufficio.

Il pagamento della tassa di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione, con la possibilità di optare per il pagamento a rate per importi superiori a 1.000 euro. In caso di mancato rispetto di tale termine, sono previste sanzioni e interessi moratori.

Come rateizzare l’imposta di successione

È possibile rateizzare importi superiori a 1.000 euro secondo le seguenti modalità:

  •  Il 20% dell’importo deve essere versato entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione.
  • La parte rimanente viene suddivisa in 8 rate trimestrali (12 rate per importi superiori a 20.000 euro) sulle quali sono applicati gli interessi a partire dal giorno successivo al pagamento della prima rata.

Le rate devono essere pagate entro l’ultimo giorno di ogni trimestre. Non si perde il diritto alla rateazione in caso di “lieve inadempimento”, ovvero:

  • Il mancato pagamento della rata per una frazione inferiore al 3% e comunque non superiore a 10.000 euro.
  • Il pagamento tardivo della somma corrispondente al 20%, entro un massimo di 7 giorni.

Il “lieve inadempimento” si applica anche al pagamento in un’unica soluzione.

Novità sulle imposte di successione

Il disegno di legge delega per la Riforma Fiscale, approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023 prevede nuovi principi e criteri direttivi per la razionalizzazione dell’imposta sulle successioni e donazioni, tra cui:

  • la revisione della base imponibile o della misura dell’imposta applicabile, con la possibilità di accorpamento o soppressione di fattispecie imponibili;
  • la previsione del sistema di autoliquidazione per l’imposta sulle successioni;
  • la semplificazione della disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali;
  • la previsione di un’imposta sostitutiva, eventualmente in misura fissa, dell’imposta di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie, per gli atti assoggettati all’imposta di registro e all’imposta sulle successioni e donazioni;
  • la riduzione e semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti;
  • la revisione delle modalità di applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari.

Il disegno di legge delega non contiene ancora le norme concrete che modificheranno l’imposta sulle successioni e donazioni, ma solo le linee guida che il Governo dovrà seguire nell’esercizio della delega. Pertanto, al momento non si conoscono le eventuali nuove aliquote, franchigie, esenzioni o agevolazioni che saranno introdotte.

I riferimenti normativi sul pagamento dell’imposta di successione