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Sportelli bancari: chiusi 600 ATM nel 2023, ecco quali e dove

di Redazione PMI.it

Sempre più cittadini e imprese sono sprovvisti di sportelli bancari nelle vicinanze: i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria.

Sono milioni i cittadini italiani che non hanno la possibilità di avere uno sportello bancario vicino all’abitazione, tanto che l’area sprovvista di questo tipo di servizi corrisponde ai territori di Lombardia, Piemonte e Veneto messi insieme.

A lanciare l’allarme che coinvolge le persone ma anche le imprese è First Cisl attraverso l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria basato sulle analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba.

La classifica della desertificazione bancaria

Stando ai dati, ammontano a quasi 600 gli sportelli bancari chiusi solo nel primo semestre 2023. Se 4 milioni e 300mila persone risiedono in Comuni che non registrano la presenza di alcuna banca, sono 6milioni i cittadini che abitano in località che vantano un unico sportello bancario.

Dal punto di vista delle imprese, invece, a essere prive di sportelli bancari nelle vicinanze sono 249mila aziende, mentre ammontano a 387mila le imprese che hanno sede in Comuni con un solo sportello.

Famiglie e imprese senza sportelli

Analizzando i dati dal punto di vista territoriale, si evince che le grandi città hanno una concentrazione di sportelli bancari inferiore rispetto ai centri minori. A Barletta o a Grosseto, ad esempio, c’è una maggiore probabilità di imbattersi in una filiale bancaria rispetto a Milano e Roma.

Quali quali stanno chiudendo gli sportelli

La classifica delle città che resistono

Vibo Valentia e Isernia, precedute da Campobasso e Cosenza, Rieti (Lazio), Verbano-Cusio-Ossola (Piemonte), Aosta (Valle d’Aosta), Avellino (Campania), Reggio Calabria e Catanzaro (Calabria) sono le dieci province meno desertificate. Dunque, al Sud rimane più stabile il numero di sportelli.

Sul podio delle province in cui è maggiore la desertificazione (ma tutti i comuni hanno uno sportello bancario) ci sono Barletta-Andria-Trani e Brindisi (Puglia), Grosseto e Pisa (Toscana), Ravenna e Reggio Emilia (Emilia Romagna) e Ragusa (Sicilia). Al secondo posto ci sono Bari (Puglia) e Livorno (Toscana). Al terzo Mantova (Lombardia), al quarto Siena (Toscana) e Venezia (Veneto), al quinto Modena (Emilia Romagna).

Tra le grandi città, con l’eccezione di Mps, si colloca al 16° posto Milano. Trento è al 19°, Roma al 34° e Napoli al 41°.

Uno scenario frammentato

Come ha commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani:

I dati mostrano che la desertificazione bancaria ha colpito le province italiane in modo molto difforme:

All’interno delle stesse regioni si registrano differenze marcate, mentre le grandi città, contrariamente alle attese, restano tutte fuori dalle prime posizioni. Inoltre, alcune province del Sud, nonostante la fuga delle grandi banche, mostrano una sorprendente resilienza e si installano al vertice della graduatoria.