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Impatto BCE, calcoli su mutui casa e prestiti alle famiglie

di Barbara Weisz

8 Maggio 2023 14:43

Il mutuo variabile è salito del 65% in un anno, il fisso costa più del doppio, i finanziamenti costano oltre il 20% in più: l'impatto della stretta BCE.

Le rate dei mutui a tasso variabile sono salite in media del 65%, mentre chi stipula un nuovo mutuo a tasso fisso paga più del doppio rispetto a chi ha fatto la medesima operazione l’anno scorso. Per chi invece ha già un mutuo a tasso fisso non cambia nulla, questa tipologia di finanziamento protegge dalle oscillazioni del costo del denaro. Su altre tipologie di finanziamenti alle famiglie, ad esempio per acquistare un’automobile o beni per la casa, gli aumenti vanno dal 22 al 25%.

Sono le principali evidenze del report FABI (federazione autonoma bancari italiani) sull’impatto di un anno di rialzo dei tassi BCE. Vediamo tutto.

La politica monetaria della Bce nell’ultimo anno

Il contesto è noto: i tassi d’interesse di riferimento per calcolare il costo del denaro sono attualmente al 3,75 dopo l’ultimo aumento di 25 punti base da parte della BCE dello scorso 4 maggio. L’anno scorso il costo del denaro era a zero, con la stretta monetaria iniziata a luglio 2022 attraverso un primo aumento dello 0,50%, seguito da un ulteriore +0,75% in settembre. Tale politica è proseguita nei mesi successivi fino all’attuale livello. Il motivo fondamentale è chiari, la Banca Centrale Europea resta concentrata sul contenimento dell’inflazione, da riportare sotto il 2%.

E, in base a questa variabile e ad altre altre relative alla crescita dell’Eurozona, deciderà le prossime mosse di politica monetaria.

L’impatto sui mutui, tasso fisso e variabile

Il report FABI fornisce una serie di dati relativi all’impatto sull’economia reale. Le famiglie che hanno un mutuo o un’altra forma di prestito sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: circa la metà, per la precisione 3 milioni e mezzo, hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Partiamo da quest’ultima tipologia di finanziamenti e vediamo le diverse casistiche.

  • Mutuo casa a tasso variabile: fra quelli già in essere, è la tipologia di finanziamento su cui maggiormente incide il rialzo dei tassi. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 65%. Esempio: chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga 825 euro, ovvero 325 euro in più. Questo non incamera ancora l’ultimo rialzo dei tassi, che è molto recente. Quindi, segnala FABI, «è molto probabile che, alla luce della decisione di oggi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora».
  • Nuovi mutui a tasso variabile: in media, potrebbero arrivare verso il 6%. A fine 2021, il tasso era allo 0,6%. Esempio: per un prestito da 150mila euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.
  • Mutuo casa a tasso fisso in essere: come detto, in questo caso non cambia nulla, le rate restano sempre fisse indipendentemente dal rialzo dei tassi.
  • Nuovo mutuo casa a tasso fisso: per chi accende un mutuo, il tasso fisso è in questo momento particolarmente costoso. Questi finanziamenti sono passati da un interesse medio di circa 1,8% a cifre che vanno oltre il 5%.
    Due simulazioni: per un mutuo da 200mila euro su 25 anni, con un tasso fisso 5,3%, la rata mensile è pari a 1.218 euro. Per un mutuo da 100mila euro, sempre con durata 25 anni, la rata mensile è pari a 597 euro.

In conclusione, per i mutui a tasso variabile in essere, la rata nel giro di un anno è visibilmente raddoppiata e c’è ancora da incamerare l’impatto dell’ultima mossa di politica monetaria ma nel momento in cui il costo del denaro tornerà a scendere si abbasserà anche la rata (per il momento è difficile prevedere quando succederà, la stretta monetaria dovrebbe essere alla fine ma il condizionale resta d’obbligo). Per il tasso fisso c’è invece da considerare che i livelli alti servono a proteggere dalle oscillazioni del costo del denaro, mentre negli anni scorsi era particolarmente favorevole in considerazione della situazione di mercato (tassi a zero per oltre due anni).

In termini molto semplici: il tasso variabile espone il mutuatario alle oscillazioni di mercato ma, in questo momento, proteggersi dal rischio attraverso il tasso fisso risulta particolarmente costoso. Non a caso, rileva il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, i rischi sono due:

un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione.

Finanziamenti per acquisto beni

Per altre tipologie di finanziamento il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, mentre alla luce della decisione di oggi potrebbe arrivare al 12,8%. Il report propone due esempi.

  • Acquisto di un’automobile da 25mila interamente a rate, con un finanziamento a 10 anni: il costo totale passa da 37mila 426 euro a 45mila 704 euro, con una differenza complessiva di 8mila 279 euro (+22,1%) rispetto ai tassi di fine 2021.
  • Acquisto lavatrice da 750 euro interamente a rate, con finanziamento a cinque anni: costo totale da 942 euro a 1.061 euro, differenza complessiva di 119 euro (+25,3%) rispetto ai tassi di fine 2021.