Rfid: mercato italiano in crescita..frenata

di Noemi Ricci

1 Luglio 2008 12:45

Dal Rapporto del Politecnico di Milano sul mercato Rfid, emerge un trend di crescita, ma anche alcuni ostacoli: i prezzi dei tag Hf e l'affidabilità che non raggiunge il 100%

Presentato, in occasione del Wireless 4 Business Forum, la IV edizione del Rapporto dell’Osservatorio Rfid del Politecnico di Milano sul mercato italiano. Secondo lo studio, il fatturato è stato di 140 mln di euro – 30 mln più del 2006 – per una crescita del 27%.

Risultati positivi, per quanto più contenuta rispetto all’incremento registrato nel 2006, pari al 47%.
Un risultato deludente rispetto alle aspettative dopo la liberalizzazione delle frequenze Uhf nel luglio 2007, ma i progetti legati a questa tecnologia hanno prodotto solo 15 milioni di euro nel secondo semestre, evidenziando, forse, delle aspettative un po’ troppo alte.

L’utilizzo delle applicazioni di identificazione a radiofrequenza che va per la maggiore è quello legato ai servizi, in particolar modo il ticketing per i trasporti e l’identificazione delle persone.

Nel campo dell’industria, si tende ad impiegarlo soprattutto come supporto alle operazioni e alla logistica di magazzino.

Sembra però che le aziende abbiano raggiunto la convinzione che l’Rfid non diventerà mai la tecnologia di identificazione per eccellenza sia per i prezzi dei tag Hf – per il momento stabili intorno ai venti centesimi di euro – sia perché non si riesce a garantire delle letture affidabili al 100%, rendendo impossibile realizzare stazioni di lettura “unattended”.

Agguerriti rivali della tecnologia sarebbero, quindi, tecnologie come il vecchio codice a barre, i tag attivi o l’ultimo nato Ultra Wide Band (Uwb).

Si tenderebbe quindi ad impiegare l’Rfid non per realizzare nuovi processi ma per automatizzare i processi esistenti, impedendo di ottenere buona parte dei benefici potenziali. In Italia, inoltre, ci sarebbe la mancanza di pianificazioni di filiera, che potrebbero a benefici distribuiti lungo tutta la linea di produzione e nei punti di vendita.

Gli esperti del Politecnico hanno infine ricordato l’interessante utilizzo dei tag Rfid in simbiosi con la telefonia mobile, per la realizzazione di soluzioni di Near Field Communication (Nfc) utilizzate i particolar modo per i micropagamenti, l’identificazione delle persone e l’informazione georeferenziata.