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Brexit, opportunità per l’Italia

di Barbara Weisz

19 Luglio 2016 17:11

Jobs Act, riforma fiscale e rientro cervelli possono rendere l'Italia attrattiva per le imprese che dopo la Brexit lasciano Gran Bretagna: l'obiettivo del Governo.

Sicuramente «la Brexit è un grosso shock per l’Europa», che però «sarà capace di reagire», mentre per l’Italia è un’occasione «per sfruttare tutte le opportunità che da questo evento nasceranno»: Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, esprime ottimismo sulle opportunità che si aprono dopo l’esito del referendum britannico.

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Il Governo, spiega, «ha fatto molto per rendere il paese attraente per il business internazionale», che ora potrebbe quindi scegliere l’Italia come destinazione alternativa a Londra, che con la Brexit, perde appeal.

Le misure citate da Pagani: il Jobs Act, che ha l’obiettivo di «rendere il mercato del lavoro più libero e dinamico», la Riforma fiscale, le misure di finanza per la crescita, che «hanno liberaluzzato l’operare di fondi internazionali nei diversi settori finanziari».

Fra gli interventi più specifici, citato il provvedimento sul rientro dei cervelli approvato nei mesi scorsi, che prevede uno sgravio fiscale (il 30% dell’IRPEF) per i professionisti che vivono all’estero e vogliono rientrare nel nostro paese.

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Il ministero intende anche puntare su Milano come destinazionae per banche, fondi, imprese finanziarie e nuove Fintech che oggi operano nel Regno Unito che «magari in futuro non potranno più farlo essendo la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea». Il Governo, conclude Pagani «è impegnato in un dialogo con queste istituzioni, per capire cosa può essere offerto per scegliere Milano e in generale l’Italia come propria sede».

Da registrare infine, sulla Brexit, la prudenza del Fondo Monetario Internazionale, che abbassa le stime di crescita internazionale 2016 di uno 0,1%: il pil mondiale a fine anno è visto al 3,1%, e al 3,4% nel 2017. Per quanto riguarda l’Italia, crescita 2016 allo 0,9%, e 2017 all’1%, anche qui in entrambi i casi limata al ribasso dello 0,1%.

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