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Pensioni: la spesa eccessiva blocca la riforma

di Alessandra Gualtieri

14 Aprile 2023 14:06

Riforma Pensioni affossata da una spesa previdenziale che incide pesantemente sul PIL: i numeri del DEF e le previsioni per i prossimi mesi.

Cinquanta miliardi in cinque anni: di tanto è aumentata la spesa pensionistica in Italia, in base ai numeri del DEF (Documento di Economia e Finanza): dai 268,5 miliardi del 2018 (numeri da pre-Quota 100) si è arrivati a 317,9 miliardi stimati per il 2023, frutto anche della rivalutazione acquisita per le prestazioni decorrenti dal 1° gennaio, su cui si applica un pesante indice di perequazione dovuto alla galoppante inflazione di questi ultimi due anni.

Le pensioni nel DEF 2023

L’incidenza della spesa previdenziale sul PIL è passata dal 15,2% del 2018 al 16,2% stimato per il 2024. E non andrà molto meglio nei prossimi anni: nel DEF si stima una spesa pensionistica di 350,9 miliardi per il 2025 e di 361,8 miliardi per il 2026. Una crescita per il prossimo biennio del 7,1%.

In definitiva, quello previdenziale è un impegno così gravoso per il Governo da imporre un ennesimo slittamento alla riforma delle pensioni. Di fatto, nel Documento di Economia e Finanza non figurano impegni programmatici in questo senso.

La Quota 41 per tutti era già stata messa da parte da tempo (irrealisticamente troppo costosa, a prescindere dai margini stretti di finanza pubblica) e sull’Opzione Donna da rendere strutturale era già chiaro dalle scelte in Manovra 2023 quali fosse l’intenzione di governo. La Quota 103, residuale e non particolarmente appetibile, resta l’unica carta da ri-giocare.

Come ogni anno si ripete un film già visto, ogni anno aggravato da una nuova crisi che rende i numeri più risicati e gli spazi di manovra (è il caso di dirlo) ancor più stretti.

Fin quando non si separerà la spesa previdenziale da quella assistenziale, sembra difficile poter trasformare un programma politico o una buona intenzione di governo in una revisione di sistema realmente sostenibile.

Riforma Pensioni 2024

Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ipotizza di riavviare comunque i motori del cantiere pensionistico in tempo per la bozza della prossima Legge di Bilancio, ossia dal prossimo settembre.

Il governo dovrebbe dedicare un decreto collegato alla manovra per definire le novità sulla flessibilità in uscita per il prossimo anno, dopo che anche Quota 103 sarà andata in soffitta il prossimo 31 dicembre. Ne dà notizia sempre il DEF, che elenca 21 collegati alla decisione di bilancio, tra cui colloca anche un provvedimento dedicato a “interventi in materia di disciplina pensionistica”.

Le indicazioni fornite dal nuovo Osservatorio di recente istituzione sulla spesa previdenziale indicheranno la via da seguire.