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Riforma aliquote IRPEF e reddito imponibile: verso nuove regole

di Alessandra Gualtieri

Riforma aliquote IRPEF e revisione del reddito imponibile: cosa dovrebbe cambiare dal 2024 con la Legge di Bilancio e l'attuazione della delega fiscale.

Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio 2024 entra nel vivo anche la riforma IRPEF prevista dalla delega fiscale. La norma prevede a tendere una revisione del meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche – con la futura separazione fra tipologie di reddito (da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, d’impresa, da fabbricati, redditi agrari, finanziari e redditi diversi) – ma per il momento si agirà riducendo aliquote IRPEF e scaglioni.

Prevista anche una maggiore flessibilità sulle deduzioni dall’imponibile fiscale: le persone fisiche soggette ad IRPEF potranno portare in deduzione dal reddito imponibile le spese necessarie alla “produzione”, inteso come lavoro (come le spese di trasporto quotidiano o per le dotazioni tecnologiche magari).

Siamo però ancora nel quadro delle proposizioni, è fondamentale ricordarlo: la declinazione delle linee guida contenute nel ddl delega andrà affrontata nei decreti delegati, in parte prevedibilmente annessi o collegati alla Manovra 2024.

Cosa prevede la riforma IRPEF del Governo Meloni

Viene delineato un sistema fiscale con aliquota unica (flat tax per tutti) che garantisce progressività tramite il sistema di deduzioni e detrazioni.  Nello specifico, nella delega al Governo per la riforma fiscale si prevede di agire lungo le seguenti direttrici:

  • fascia unica di esenzione fiscale per dipendenti e pensionati,
  • deduzione delle spese di produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato,
  • flat tax su tredicesime e straordinari che eccedono una determinata soglia e sui premi di produttività.
  • riordino bonus fiscali (senza toccare voci fondamentali come detrazioni sanitarie o spese d’istruzione).

Aliquote IRPEF 2023: come cambieranno?

Si prevede un accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF rispetto alla situazione attuale, che prevede le seguenti aliquote e detrazioni:

  1. redditi fino a 15.000 euro: aliquota IRPEF del 23% e detrazione di 1.880 euro (ameno 690 euro oppure, se a tempo determinato, almeno 1.380 euro);
  2. redditi da 15.000 a 28.000 euro: aliquota IRPEF del 25% e detrazioni pari a 1.910+1.190*[(28.000-reddito complessivo)/(28.000-15.000)]
  3. redditi da 28.000 a 50.000 euro: aliquota IRPEF del 35% e detrazioni pari a 1.910*[(50.000-reddito complessivo)/(50.000-28.000)]
  4. redditi oltre 50.000: aliquota IRPEF del 43% senza detrazioni.

Le ipotesi di riforma IRPEF 2024

Prima ipotesi (meno percorribile)

  1. fino a 15.000 euro: aliquota del 23%
  2. da 15.000 a 50.000 euro: aliquota del 27%
  3. oltre 50.000: aliquota del 43%

Seconda ipotesi (più probabile)

  1. fino a 28.000 euro: aliquota del 23%
  2. da 28.000 a 50.000 euro: aliquota del 33-35%
  3. oltre 50.000: aliquota del 43%

Reddito imponibile per tasse e contributi: come funziona oggi?

Il reddito imponibile  è il valore complessivo di quanto prodotto o goduto dal soggetto, ossia la base imponibile su cui si calcolano pertanto sia le tasse sia i contributi previdenziali. Si tratta di una cifra lorda, determinata a partire dal reddito complessivo di un individuo (o società), dal quale però vengono sottratti alcuni oneri ritenuti deducibili, previsti per legge a seconda della natura del reddito stesso o del soggetto.

Redditi lavoro dipendente e assimilati

I redditi di lavoro dipendente a tempo indeterminato sono quelli percepiti da chi lavora con contratto subordinato a tempo indeterminato, oppure assimilati a tale tipo di contratto. Essi comprendono il salario, le gratifiche, la tredicesima e la quattordicesima, gli straordinari, le indennità di trasferta, le indennità di turno, le indennità di malattia e molti altri elementi previsti dalla legge. Per i dipendenti a termine il meccanismo fiscale applicato è lo stesso.

Imponibile previdenziale nella Certificazione Unica

L’imponibile previdenziale indicato nella Certificazione Unica (ex CUD) è il valore su cui si calcolano le contribuzioni previdenziali da versare all’INPS. Esso è determinato a partire dal reddito complessivo e si ottiene sottraendo alcune voci come la contribuzione obbligatoria per la previdenza sociale.

Imponibile previdenziale e RAL

L’imponibile previdenziale e RAL (Reddito annuo lordo) sono due indicatori fondamentali per determinare la base imponibile su cui calcolare le contribuzioni previdenziali e l’imposta sul reddito (le tasse).

  • L’imponibile previdenziale è il valore lordo del reddito su cui si calcolano i contributi INPS applicati (compreso l’esonero parziale determinato dal taglio del cuneo fiscale per alcune fasce di reddito previste dalla Manovra 2023)
  • La RAL (stipendio annuo lordo, comprensivo di varie voci) è il valore lordo del reddito utilizzato come base imponibile per calcolare l’imposta sul reddito (IRPEF) nonché le detrazioni fiscali.

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Esonero contributivo in busta paga: ci sarà la proroga 2024?

Per il 2024 il Governo sta cercando le risorse per proporre la proroga del taglio del cuneo fiscale. Per il 2023, lo ricordiamo, spetta un esonero del 2% sulla trattenuta INPS in busta paga a carico del lavoratore con contratto subordinato (dipendenti e assimilati) con retribuzione mensile fino a 2.692 euro lordi su 13 mensilità. L’esonero sale al 3% se lil reddito imponibile previdenziale non è superiore a 1.923 euro. Da luglio a dicembre, è previsto un ulteriore taglio del cuneo fiscale di 4 punti per le stesse categorie di beneficiari.

Come si calcola il reddito imponibile?

La base di reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali si calcola sottraendo dal reddito complessivo gli oneri deducibili per legge. Il reddito imponibile al termine di questa operazione, sarà dunque il reddito su cui si calcola l’imposta (ad esempio nel 730) e le contribuzioni previdenziali (trattenute in busta paga dall’INPS) e su cui si applicano le detrazioni (come ad esempio le spese sanitarie, le spese per l’istruzione, le spese per gli interessi del mutuo, e molte altre ancora).

Lo stipendio netto in busta paga equivale allo stipendio lordo meno i contributi e le tasse (applicate dal datore di lavoro). Nella dichiarazione dei redditi, il reddito netto è dato dall’imponibile lordo meno gli oneri deducibili e detraibili.

Quando si avranno certezze sulla riforma IRPEF 2024?

In occasione della presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDEF) prevista per il 27 settembre, il Governo fornirà le prime indicazioni sulle misure previste in Legge di Bilancio 2024 e sulle coperture finanziarie per attuarle, fornendo anche anticipazioni sui disegni di legge collegati alla Manovra, tra i quali potrebbero esserci anche quelli attuativi della Riforma Fiscale e nello specifico quelli sulla revisione IRPEF.