Governo: programma in Parlamento, target di bilancio e richieste d’impresa

di Barbara Weisz

Pubblicato 24 Ottobre 2022
Aggiornato 25 Ottobre 2022 09:28

Il Governo Meloni presenta il programma in Parlamento per la fiducia: la sessione di Bilancio e le richieste delle imprese.

Il primo atto politico del Governo Meloni è il discorso programmatico che la nuova premier, Giorgia Meloni, pronuncia martedì 25 ottobre alla Camera e mercoledì 26 in Senato.

Il nuovo esecutivo è di fatto già catapultato in fase operativa: l’inedita elezione d’autunno comporta infatti un’agenda fitta sul fronte economico, tra Legge di Bilancio ed emergenza energetica e bellica.

E le imprese già presentano le prime richieste al nuovo Governo. Confindustria chiede interventi urgenti sul caro energia, con attenzione agli equilibri di finanza pubblica, Confartigianato aggiunge anche l’attenzione verso le PMI.

Le prime risposte, nel discorso di Meloni alle Camere.

Il Governo in Parlamento per la fiducia

Martedì 25 ottobre il Governo si presenta al Parlamento, con un discorso programmatico che conterrà le prime indicazioni concrete su cosa il nuovo esecutivo intende fare su una serie di punti precisi: caro energia, sostegno alle imprese, Legge di Bilancio, conti pubblici.

Tra i temi caldi del programma di Centrodestra e dei singoli partiti ci sarebbero flat tax al 15%, pace fiscale per le cartelle esattoriali, pensione con Quota 41 senza penalizzazioni, Ponte sullo Stretto di Messina, stretta sull’immigrazione. Da capire come attuarli.

Appuntamento a Montecitorio alle 10:00 di mattina, alle 19:00 il voto della fiducia alla Camera, mentre a Palazzo Madama è previsto per martedì 26 ottobre.

Prime richieste dalle imprese

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, chiede di affrontare subito l’emergenza energia. Un intervento da portare a termine nel perimetro di un quadro di finanza pubblica: «non possiamo scassare i conti dello Stato», dichiara senza mezzi termini il numero uno dell’associazione degli industriali. Dunque, due priorità contestuali: affrontare il caro energia ma senza ricorrere a nuovo deficit. Su questo, Bonomi ha una posizione precisa:

se fossimo costretti in ultima istanza ad agire sul debito pubblico, dev’essere fatto perché stiamo salvaguardando l’industria.

La preoccupazione è legata ai conti della Legge di Bilancio, la quale contempla voci già blindate che richiedono ingenti coperture. Ad esempio, ricorda Confindustria, c’è da affrontare:

  • la perequazione delle pensioni al costo dell’inflazione (una voce di costo pari a circa 10 miliardi).
  • il rinnovo dei contratti pubblici (5 miliardi),
  • la proroga delle misure emergenziali per il caro energia (15-18 miliardi a trimestre.

Confartigianato sottolinea l’esigenza di superare questa fase difficile e rilanciare la competitività del Paese, chiedendo di «porre l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99% del sistema produttivo italiano, al centro degli interventi di politica economica, con l’obiettivo di valorizzarne le capacità di creare occupazione, sviluppo, innovazione, coesione sociale, nell’ambito dell’interesse generale del Paese».

Analoga posizione da parte di CNA (Confederazione Nazionale Artigianato), che a sua volta pone l’accento sulla centralità delle piccole imprese e dell’artigianato, oltre che sull’esigenza di affrontare nell’immediato il caro energia.