Conto alla rovescia per l’attuazione del programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori): il decreto interministeriale Lavoro-Economia stanzia una dote di 800 milioni di euro e dovrebbe arrivare in Conferenza Stato-Regioni entro il 7 ottobre. Gli strumenti chiave saranno: reinserimento lavorativo, formazione e ricollocazione collettiva dei lavoratori che perdono il posto.
Attuazione e risorse del programma GOL
Il programma GOL, previsto dalla Legge di Bilancio 2021 e finanziato dal Recovery Plan, prende dunque corpo anche prima del previsto. Le linee guida sono già inserite nel PNRR: gli strumenti di presa in carico dei disoccupati vanno attuati «con politiche attive che, a partire dalla profilazione della persona, permettano la costruzione di percorsi personalizzati di riqualificazione delle competenze e di accompagnamento al lavoro».
In tutto, per le politiche attive per il lavoro e la formazione il PNRR prevede 4,4 miliardi (Regioni capofila con il 20% delle risorse sono Campania, Lombardia e Sicilia). Oltre al programma GOL (a cui è riservato un plafond di 800 milioni di euro), tali fondi finanzieranno anche altre misure, come il Piano Nazionale Nuove Competenze. Circa 50 milioni di euro saranno destinati al Fondo per il potenziamento delle competenze e la riqualificazione professionale, destinato ai lavoratori in cassa integrazione o NASpI
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Dopo l’intesa Stato-Regioni, ci saranno 60 giorni per l’adozione dei Piani di attuazione locale. Poi l’ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive) effettuerà le sue valutazioni entro ulteriori 30 giorni. Dunque, ci si attende una partenza operativa nel 2022.
GOL: strumenti di reinserimento e beneficiari
Il programma delineato nel PNRR prevede «un sistema di presa in carico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale», quindi coloro che percepiscono «RdC (reddito di cittadinanza), NASpI (sussidio di disoccupazione), CIGS (cassa integrazione straordinaria)». Inoltre, pur non essendo citati direttamente nel Recovery Plan, in base alla ratio si prevede che vengano inseriti anche coloro che sono coperti da altri ammortizzatori sociali come la Dis-Coll. E, in base alle anticipazioni, anche lavoratori precari (working poor), disoccupati senza ammortizzatori sociali e NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione).
Diversi gli strumenti per il reinserimento dei lavoratori. Si va da percorsi destinati a persone con competenze spendibili sul mercato del lavoro, a strategie mirate per chi ha bisogno di formazione:
- upskilling per chi ha bisogno di aggiornare le proprie competenze;
- re-skilling per coloro che richiedono un più ampio progetto di riqualificazione;
- inclusione sociale coinvolgendo gli enti territoriali, per le persone con problemi lavorativi ma specifiche esigenze;
- ricollocazione collettiva tramite progetti che riguardino una pluralità di lavoratori, in genere occupati in un’azienda che sta per chiudere (anche in questo caso, può essere previsto l’intervento di enti territoriali, o di altre realtà delle politiche attive).