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Zone rosse Covid in Italia: regole e nuove strette

di Anna Fabi

21 Marzo 2021 08:27

Passaggi Covid nelle Regioni con bocciature e mezza Italia costellata di mini-zone rosse locali, retrocede anche la Sardegna che perde la fascia bianca.

La mappa delle zone Covid vede nella maggioranza dei casi le Regioni restare nella fascia attuale, con una stretta aggiuntiva in Puglia, che valuta la zona rossa rafforzata (con ulteriori restrizioni e un più diffuso utilizzo dello smart working) e la retrocessione della Sardegna, che non ha più i requisiti per la zona bianca e passa automaticamente in fascia arancione (perché fino al 6 aprile non ci sono zone gialle). Unica promozione quella del Molise, che diventa arancione. Prorogata anche l’Ordinanza relativa all’area rossa in Campania. A livello locale, poi, scattano le limitazioni aggiuntive in mini-zone rosse in Toscana, Abruzzo, Sardegna, Sicilia e Calabria.

I cambi di colore

I cambi di colore sono operativi da lunedì dal 22 marzo. Le Regioni in zona rossa destinate a rimanervi per questa settimana – ma che sperano di tornare arancioni il 29 marzo (in tempo per Pasqua, regole “rosse” del ponte a parte) – sono Lombardia, Veneto e Lazio. Per riassumere, ecco gli schemi.

Fino a domenica 21 marzo non cambia nulla: sono in rosso Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Veneto, Provincia di Trento. Le Regioni arancione sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Toscana, Sicilia, Valle d’Aosta, Umbria, Provincia Autonoma di Bolzano. La Sardegna resta bianca.

Da lunedì 22 a domenica 28 marzo

  • Zona arancione: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.
  • Zona rossa: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Veneto, Provincia di Trento.

Le mini zone rosse

A seguito di ordinanze locali, ci sono numerose mimi-zone rosse. In Toscana le province di Prato, Pistoia, Arezzo, i sette comuni della Versilia più quelli “dell’Empolese Valdelsa e del Valdarno Inferiore, in Maremma i comuni di “Grosseto, Scarlino, Castel del Piano, Arcidosso e Piancastagnaio. In Abruzzo Montesilvano e Città Sant’Angelo. In Sardegna Sarroch e Sindia. In Calabria, Bisignano, Cariati, Samo, Sorianello, Petilia Policastro, San Nicola da Crissa e le frazioni Piani di Acquaro e Piminoro (Oppido Mamertina). In Sicilia Sciacca, Regalbuto, Caltanissetta, Palma di Montechiaro, Caltavuturo, e Scicli. In Molise restano chiuse le scuole a Campobasso.

Per quanto riguarda la Puglia, non c’è ancora nessuna ordinanza ma il presidente della Regione, Michele Emiliano, segnala l’ipotesi  di stringere ulteriormente le misure rispetto a quelle previste dal governo nella zona rossa, prevedendo un più massiccio ricorso allo smart working da parte di imprese e pubbliche amministrazioni.

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Infine, segnaliamo che ci sono sette Regioni italiane in zona rosso scuro in base alla classificazione europea: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, provincia di Trento, Emilia Romagna, Marche, Campania. Ricordiamo che la classificazione UE non impatta sulle regole Covid da rispettare nelle Regioni italiane, ma solo sulle norme da seguire in caso di viaggi fuori dal Paese. Per le zone rosso scuro (viaggi internazionali da e per queste destinazioni), l’Europa prevede l’obbligo di tamponi e quarantena.

Il trend dei contagi

Il consueto rapporto ISS (Istituto Superiore di Sanità) vede l’indice RT è stabile ma sempre sopra la soglia critica, con ulteriori fattori che suggeriscono prudenza e, sul fronte delle norme Covid, «impongono il massimo livello di mitigazione possibile»:

  • incidenza in aumento a livello nazionale, pari a 264casi ogni 100mila abitanti;
  • terapie intensive sopra la soglia critica in un numero crescente di Regioni (13), e tasso di occupazione al 36% (soglia critica 30%);
  • soglia critica (40%) per il tasso di occupazione in aree mediche (ricoveri senza terapia intensiva), in aumento a 26.098;
  • nuovi casi non associati a catene di trasmissione (54.964) mentre sono in calo i casi rilevati con tracciamento (28,2%) e con comparsa dei sintomi, (37,2%), in aumento quelli scoperti con attività di screening (20,5%).