Si investe poco in Ricerca e Sviluppo in Europa: con questo trend, entro il 2010 si resterà ancora ben al di sotto del 3% del PIL, obiettivo fissato nella Strategia di Lisbona. È quanto emerge dagli ultimi dati Eurostat nell’edizione 2009 di “Science, Technology and Innovation in Europe“.
Nell’Europa a 27, nel 2007 sono stati spesi poco meno di 229 miliardi di euro, che corrispondono all’1,85% del PIL europeo, in linea con quanto speso nel 2006.
L’Italia nel 2006 ha speso quasi 17 miliardi di euro, ossia l’1,13% del PIL. Non sono stati resi disponibili i dati del 2007.
La Germania (con 62 miliardi ed il 2,54% del PIL), la Francia (con 39 miliardi ed il 2,08% del PIL) e il Regno Unito (con 37 miliardi ed il 1,79% del PIL), detengono il 60% della spesa totale per Ricerca e Sviluppo nell’Unione europea nel 2007.
Il Nord dà il buon esempio in Europa, in particolare la Svezia (3,6% del PIL), la Finlandia (3,47%), l’Austria (2,56%) e la Danimarca (2,55%). Male invece Cipro (0,45%), Slovacchia (0,46%), Bulgaria (0,48%) e Romania (0,53%).
Gli aumenti maggiori – tra il 2001 e il 2007 – sono stati rilevati in Austria (dal 2,07% del PIL al 2,56%), in Estonia (dal 0,71% al 1,14%) e in Portogallo (dal 0,80% al 1,18%)
A livello occupazionale, nell’Ue i ricercatori nel 2007 rappresentavano quasi l’1,6% del totale dei lavoratori per un totale di 2,3 milioni di persone. Le percentuali più elevate sono state rilevate in Finlandia (3,2% dell’occupazione totale), in Svezia (2,7% nel 2005), nel Lussemburgo (2,6% nel 2005), in Danimarca (2,4% nel 2006) e in Austria (2,1% nel 2006 ).
Le più basse fanno riferimento a Romania (0,5%), Bulgaria (0,6% nel 2006), Cipro (0,7% nel 2006), Polonia (0,8%) e Portogallo (0,9% nel 2005).
Tra il 2004 e il 2006 non ci sono stati grandi cambiamenti nei dati rilevati, i quali rivelano che il 39% delle imprese europee con almeno 10 dipendenti nei settori Industria e Servizi ha intrapreso qualche attività di innovazione, in primis le imprese (63%) di Germania, Belgio (52%), Austria e Finlandia (51%) e Lussemburgo (49%).
Fanalini di coda, invece, Lettonia (16%), Bulgaria e Ungheria (20%), Romania (21%) e Lituania (22%). In Italia la percentuale è stata del 34,6%.