Al via oggi il Summit dell’Aquila che riunisce i governi del G8. A questi Greenpeace lancia un messaggio forte, chiedendo di affrontare i cambiamenti climatici per creare occupazione e lo fa con il dossier Powering G8 Job Creations, che mostra come entro il 2020 si possa arrivare ad un milione di nuovi posti di lavoro investendo in energie pulite.
La rivoluzione energetica in questi otto paesi potrebbe portare al duplice vantaggio del raggiungimento nel 2030 di oltre un milione e 800mila posti di lavoro – di cui la metà dal settore dell’energia rinnovabile, compensando la perdita di circa 394 mila posti di lavoro dovuta al disuso delle fonti fossili – e di una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 nel settore dell’energia.
Pertanto le questioni energetiche ed economiche dovrebbero andare di pari passo, poichè «investire in energie rinnovabili e in efficienza è la soluzione per salvare il clima, creare occupazione e rilanciare l’economia» ha spiegato Andrea Lepore, della campagna clima di Greenpeace.
In particolare per l’Italia la realizzazione degli degli obiettivi europei del pacchetto Clima e energia, approvato lo scorso dicembre 2008, e quindi l’investire in energie pulite ed efficienza può trasformare la crisi economica in un’opportunità di cambiamento orientato a creare nuova occupazione. Dovrebbe però, secondo Greenpeace, abbandonare il carbone e false soluzioni come il nucleare.
In questo modo in Italia si creerebbero, con un investimento annuo di 8 miliardi, 250 mila posti di lavoro nel 2020 di cui circa 66mila nell’eolico, concentrati soprattutto il Puglia e Campania, 87mila nel settore del fotovoltaico e 66mila in quello del solare termico.